La tv iraniana difende la “spia”: vittima di Berlusconi

Pubblicato il 4 Marzo 2010 - 17:16 OLTRE 6 MESI FA

Il giornalista iraniano Hamid Masoumi Nejad, arrestato ieri, 3 marzo, dai militari della Guardia di Finanza di Milano, nell’ambito di un’indagine su un presunto traffico d’armi con l’Iran, è stato in realtà vittima di un complotto ordito per vendicare alcune sue “rivelazioni” fatte sulla crisi economica italiana e sui casi di corruzione e scandali di Berlusconi.

E’ quanto si legge sul sito dell’IRINN, canale news della tv iraniana, che ha commentato le motivazioni che hanno portato all’arresto di Masoumi Nejad, corrispondente da Roma della RadioTelevisione della Repubblica islamica dell’Iran, IRIB.

Le “inchieste scomode” di Masoumi Nejad, noto corrispondente a Roma da più di 15 anni, erano destinate a mettere in luce “la pessima situazione economica” dell’Italia e la diffusa “corruzione” negli ambienti politici. Molto noto tra gli altri giornalisti, Masoumi Nejad è stato fermato dai finanzieri in via dell’Umiltà dietro Fontana di Trevi vicino alla sede della Stampa estera.

“Una nuova messa in scena ‘made in Italy’ contro la Repubblica islamica dell’Iran”, si legge sul sito dell’IRIB, canale news della tv iraniana, in lingua italiana, in merito all’operazione della Guardia di Finanza di Milano sul traffico d’armi che ha portato all’arresto anche due presunti agenti dei servizi segreti di Teheran, tra cui Nejad Hamid Masoumi, volto della Tv di stato iraniano e da anni accreditato alla stampa estera italiana.

“Masoumi Nejad che da molti anni era corrispondente dell’IRIB in Italia – si legge sul sito della Tv – aveva sempre cercato di raffigurare nei suoi ottimi resoconti le verità della nazione Italia e per questo negli ultimi mesi era stato più volte richiamato dalle autorità italiane che avevano cercato di intimidirlo nella speranza che lui censurasse i suoi resoconti a favore del governo italiano. Ora pare che le autorità italiane, con questa messa in scena che non convince nessuno, vogliano vendicarsi dell’uomo che non si era lasciato vincere dalle intimidazioni di un regime fascista. La messa in scena fa parte del piano americano-sionista di accusare ingiustamente l’Iran”.