NEW YORK – Comunicazioni elettroniche fra il numero uno di Al Qaida in Pakistan e quello in Yemen sono alla base della decisione degli Stati Uniti di chiudere le ambasciate. L’intelligence americana – riporta la stampa statunitense – avrebbe intercettato comunicazioni fra Ayman al Zawahiri, il numero uno di Al Qaida in Pakistan considerato il successore di Osama Bin Laden, e Nasser al-Wuhayshi, numero uno dell’organizzazione nella penisola arabica.
Nonè usuale – secondo gli osservatori – che i leader di Al Qaida in Pakistan abbiano discussioni operative con gruppi affiliati e questo sarebbe uno dei motivi che avrebbe fatto alzare la guardia. Le intercettazioni sono significative perché ”a parlare erano i leader che si confrontavano – riporta il New York Times citando alcune fonti – su una tempistica specifica per un attacco o degli attacchi”. La Casa Bianca ribadisce intanto che la ”minaccia terroristica è seria e in corso, e per questo sono state assunte le misure” annunciate.
Ma non entra nei dettagli di intelligence: ‘”Continuiamo a vigilare” afferma il portavoce Jay Carney. Secondo le comunicazioni intercettate l’attacco sarebbe potuto accadere già il 4 agosto. L’allerta resta alta almeno fino alla fine del mese. Gli esperti ritengono che l’attacco potrebbe implicare l’uso di bombe visto che Al Qaida nella penisola arabica è specializzato in tecniche per la creazione di esplosivi. ”Continuiamo – mette in evidenza il portavoce del Dipartimento di Stato, Marie Harf – a valutare le informazioni. Quello che stiamo facendo e’ assumere misure precauzionali per tutelare gli americani e le ambasciate”.