Marina inglese nello scandalo, molestie alle marinaie nei sottomarini: bullismo, misoginia

Marina inglese nello scandalo, molestie alle marinaie nei sottomarini: bullismo, misoginia, la difficile coabitazione fra donne e uomini

di Giampaolo Scacchi
Pubblicato il 4 Dicembre 2022 - 08:52 OLTRE 6 MESI FA
Marina inglese nello scandalo, molestie alle marinaie nei sottomarini: bullismo, misoginia, la difficile coabitazione fra donne e uomini

Marina inglese nello scandalo, molestie alle marinaie nei sottomarini: bullismo, misoginia, la difficile coabitazione fra donne e uomini

Marina britannica nella bufera, ma non sul mare, bensì dello scandalo: molestie sessuali, bullismo, misoginia sui sottomarini della Royal Navy.

Una serie di  fonti, tra cui un ufficiale donna, rivelano una “lista di stupri” di donne, biancheria rubata e denunce di aggressione.

Diverse persone, che hanno prestato servizio nella flotta si sono fatti avanti per denunciare gravi maltrattamenti a monte e a valle della catena di comando. Tra questi c’è l’ex pioniera Sophie Brook, che è stata una delle prime donne ad entrare nel servizio.

La trentenne è entrata nella storia come primo ufficiale di guerra donna ed era in procinto di diventare il primo capitano donna di un sottomarino. Ha servito principalmente sui sottomarini di classe Vanguard che trasportano armi nucleari.

Ma l’ex tenente ha avvertito che la flotta, all’interno della quale tutti i sottomarini sono a propulsione nucleare, non è un posto per le donne. Gran parte del suo inquietante resoconto è stato confermato da altre due fonti che concordano sul fatto che il settore, dominato da uomini, non è riuscito a fornire un ambiente sicuro alle donne.

Tra l’inquietante elenco di accuse vi sono le affermazioni secondo cui:

  • I sommergibilisti hanno compilato una “lista di stupri a profondità di schiacciamento” in cui le donne erano classificate nell’ordine in cui avrebbero dovuto essere violentate in caso di evento catastrofico. La “profondità di schiacciamento” si riferisce alla profondità alla quale la pressione dell’acqua provoca l’implosione di un sottomarino;
  • Un ufficiale superiore ha abusato della Brook inserendo parte della sua anatomia nella sua tasca, leccandole l’orecchio, soffiandole sul collo e colpendola al rene;
  • Un altro lasciava regolarmente foto di modelle nude alla Brook e le metteva in cabina monete da 50 pence, con l’implicito suggerimento di compiere un atto sessuale in cambio;
  • Le donne venivano spesso sgridate, chiamate “c***” e colpite con cartellini e penne;
  • A Sophie Brook sono stati rubati i reggiseni dalla lavanderia mentre gli ingegneri annusavano la biancheria delle donne;
  • Gli ufficiali superiori fanno apertamente gesti e commenti sessuali alle donne che comandano;
  • Brook è stata aggredita mentre dormiva nel suo letto da un uomo di grado superiore.

L’ammiraglio Sir Ben Key KCB CBE ADC, Primo Lord del Mare e Capo di Stato Maggiore della Marina, ha dichiarato di essere “profondamente turbato” dalle accuse, che è stata avviata un’indagine e che “chiunque stia leggendo questo articolo, deve sapere che qualsiasi attività al di sotto degli standard più elevati che la Royal Navy si prefigge è assolutamente inaccettabile e non rispecchia la vita di servizio”.

Sophie Brook ha detto di essersi sentita obbligata a parlare per aiutare altre donne nei sottomarini, confermando di non essere stata la sola ad aver subito molestie o bullismo sessuale.

Brook ha lasciato la Marina quando è stata indagata e deferita alla corte marziale per aver condiviso informazioni sensibili sui movimenti del suo sottomarino in un’e-mail al suo amante. Si è dimessa dal suo incarico a gennaio ma è stata formalmente licenziata a giugno e le è stata comminata una pena detentiva sospesa di quattro mesi.

La donna ha raccontato che la sua esperienza nella flotta ha distrutto la sua salute mentale, portandola a commettere errori che alla fine hanno messo fine alla sua carriera. Per dieci anni ha cercato di combattere l’ingiustizia che le donne subiscono all’interno del Servizio sommergibili, rispettando le loro regole, ma afferma di non essere riuscita a cambiare le cose.

Altre fonti hanno detto che lo “sniffing” – un termine usato per descrivere come gli uomini seguano letteralmente le loro colleghe – era diffuso in tutto il servizio, che ci sono state accuse di stupro ed aggressione, e che gli ufficiali superiori sono sempre protetti.

Si dice che altri ufficiali superiori avessero un “Black Ops Hardrive” – codice per la loro collezione di porno – che i giovani erano costretti a caricare con materiale fresco cercato da altri nel sottomarino, che un rispettato ufficiale era noto per avere un “libro nero delle vendette” che elencava il personale junior contro cui nutriva rancore. Che le donne sottomarine avessero difficoltà a gestire i comportamenti inappropriati di altri membri del personale.

Una conferma di questi possibili comportamenti arriva da Diane Allen OBE, tenente colonnello in pensione dell’organismo volontario Independent Defence Authority, che aiuta le vittime nell’esercito, definendo le accuse come tristemente familiari. Le donne della Royal Navy che si sono rivolte a lei hanno avuto tutte problemi simili a quelli di Sophie.