Omicidio Hamas. Dubai: “Mandante Israele”. Hezbollah: “Anatema Europa”

Pubblicato il 20 Febbraio 2010 - 19:23 OLTRE 6 MESI FA

I dubbi sul coinvolgimento del Mossad (servizi segreti israeliani, ndr) nell’assassinio di uno dei capi di Hamas avvenuto a Dubai il 19 gennaio, sono quasi una certezza. Almeno per gli inquirenti e anche per le autorità tedesche. Ma da Israele si alza una voce: non ci sono prove.

Investigatori Dubai. Gli inquirenti a Dubai hanno le prove, tra cui alcune intercettazioni telefoniche, dell’implicazione dei servizi di informazione israeliani nella morte a gennaio nell’emirato di uno dei capi di Hamas. E’ quanto ha detto il capo della polizia locale Dahi Khalfan Tamim al quotidiano Al Bayan. Tra le prove citate dall’alto funzionario «che incriminano i serviti segreti israeliani, il Mossad, e che confermano la sua implicazione (…) figurano comunicazioni telefoniche tra i sospettati che sono stati individuati».

Mahmoud al-Mabhouh è stato trovato morto nella sua camera d’albergo in un hotel di lusso di Dubai il 19 gennaio, il giorno dopo l’arrivo nell’emirato. «La polizia di Dubai possiede anche informazioni sicure secondo le quali alcuni sospetti hanno acquistato i loro biglietti aerei in altri paesi con carte di credito intestate alle stesse persone che le autorità di Dubai hanno individuato. I colpevoli hanno usato gli stessi passaporti in più di un paese», ha aggiunto Dahi Khalfan Tamim ribadendo che «il Mossad è implicato al 99% nell’assassinio».

Le autorità dell’emirato hanno individuato come membri del commando 11 persone – dieci uomini e una donna – che hanno utilizzato passaporti di cittadini europei a quanto pare all’oscuro di tutta la vicenda. Londra, Dublino, Parigi e Berlino hanno chiesto spiegazioni a Israele.

Times. Secondo il quotidiano “Times” le prove del coinvolgimento di Hamas sarebbero arrivate dalla testimonianza di due palestinesi legati ad Al Fatah, Anwar Sheibar e Ahmad Hassanain. I due, secondo quanto scrive il Times, «avrebbero aiutato gli assassini israeliani conducendoli al loro obiettivo». Entrambi lavoravavano per i servizi segreti militari palestinesi a Gaza fino al 2006, quando furono costretti a fuggire per il colpo di mano di Hamas nella Striscia.

Il giornale osserva che la prova del collegamento tra il Mossad ed i due palestinesi potrebbe implicare una collaborazione per rimuovere un pericoloso rivale, considerato uno degli anelli principali nel traffico di armi e di finanziamenti fra Iran e Gaza, via Sudan.

Nel servizio del Times è anche citato un «ex agente del Mossad» che ha confermato come Israele abbia già usato in passato «in un certo numero di occasioni» i passaporti europei di israeliani con doppia cittadinanza. «Nella mia esperienza – ha detto la fonte al quotidiano – noi abbiamo utilizzato i passaporti di cittadini britannici».

Germania. Anche le autorità tedesche ritengono che ci sia il Mossad dietro l’assassinio del capo di Hamas. Hanno infatti accertato che il passaporto tedesco utilizzato da uno dei membri del commando era stato rilasciato l’anno scorso in Germania a un cittadino israeliano. Lo rivela il settimanale Der Spiegel.

Secondo il giornale, ad uccidere il palestinese Mahmoud al-Mabhouh in un hotel dell’emirato lo scorso 19 gennaio è stata l’unità ‘Kidon’ (baionetta) del Mossad, cioé quella specializzata nelle operazioni più rischiose.

Lo Spiegel scrive che il passaporto tedesco è stato emesso a Colonia (ovest) il 18 giugno 2009 a un certo Michael Bodenheimer, che ha detto di risiedere nella città del Nord Reno-Westfalia. Bodenheimer, prosegue lo Spiegel, era in possesso di un passaporto israeliano emesso alla fine del 2008 ed ha giustificato la richiesta del documento tedesco presentando un certificato di matrimonio dei suoi genitori e sostenendo che la sua famiglia – di origini tedesche – era stata perseguitata dai nazisti.

La procura di Colonia sospetta un furto d’identità ed ha aperto un’inchiesta preliminare per presunta “falsa certificazione indiretta”.

Replica di Israele. Il viceministro degli Esteri israeliano Danny Ayalon ha affermato che non c’é alcuna prova che il Mossad sia responsabile dell’uccisione di Mahmud al-Mabhouh. Ayalon ha inoltre detto «di non prevedere una crisi» con gli Stati europei dei cui passaporti, sotto false identità, hanno fatto uso gli agenti che hanno preso parte all’uccisione di Mabhouh.

«La Gran Bretagna, la Francia e la Germania – secondo Ayalon – condividono i nostri interessi nella battaglia contro il terrorismo mondiale. Perciò non ci sarà una crisi e invece le nostre relazioni con questi paesi continueranno a divenire sempre più profonde».

Hezbollah. I titolari di passaporti europei possono rappresentare un pericolo per il Libano e devono quindi esser sottoposti a controlli speciali: lo ha detto il numero due del movimento sciita libanese Hezbollah, sheykh Naim Qassem, commentando il caso dei passaporti falsi usati dai membri del commando che a Dubai ha ucciso l’alto responsabile di Hamas.

Parlando in pubblico durante una conferenza sul ruolo della resistenza anti-israeliana di Hezbollah, Qassem ha evocato «il grande scandalo israeliano», affermando che «allo stato dei fatti cinque Paesi devono rispondere a importanti domande (sull’uso di loro passaporti): l’Emirato di Dubai, la Gran Bretagna, l’Irlanda, la Francia e la Germania».

L’alto rappresentante del movimento sciita ha espresso il timore che agenti dei servizi segreti israeliani possano tentare di uccidere in Libano esponenti di Hezbollah o dei movimenti palestinesi presenti nel Paese dei Cedri, usando false identità europee. «I titolari di passaporti europei – ha detto – possono rappresentate un pericolo per il Libano e devono quindi essere sottoposti a misure speciali per proteggere il popolo libanese».

Francia. Per il ministro degli esteri francese Bernard Kouchner, Il caso diplomatico scoppiato intorno all’uccisione del dirigente di Hamas a Dubai «richiama alla necessità di uno Stato palestinese, immediatamente. Un Israele in pace – aggiunge – ritroverebbe pienamente i valori su cui è fondato e per i quali noi teniamo alla sua sicurezza e alla sua esistenza».

Kouchner ribadisce la condanna del governo francese per «le uccisioni mirate e l’uso di documenti falsi», e propone come via d’uscita a questo momento d’impasse diplomatica «l’affermazione del ruolo politico dell’Europa per imporre, velocemente, il cammino della pace e la creazione di uno Stato Palestinese».