Papa Francesco: no a nozze e adozioni gay e aborto. Entusiasmo che si smorza

di Alessandro Avico
Pubblicato il 14 Marzo 2013 - 10:56| Aggiornato il 2 Ottobre 2022 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Niente nozze gay, niente adozioni per le coppie di omosessuali, niente aborto, niente aperture per i metodi contraccettivi. Chi da Papa Francesco si attende cambiamenti dal forte “impatto sociale”, rimarrà deluso. Dice Sergio Rubin, autore dell’unica biografia sul nuovo Papa, “Il gesuita”:

Bergoglio è un progressista, un teologo della liberazione? No. Non è nemmeno un prete del terzo mondo. Critica il Fondo Monetario Internazionale? Sì. Trascorre gran parte del suo tempo negli slum? Sì.

L’entusiasmo dei fedeli di tutto il mondo per l’elezione del nuovo Papa, l’argentino Jorge Mario Bergoglio, è stato forte e intenso, ma rischia di smorzarsi già da subito. L’entusiasmo della Chiesa, del Vaticano, ovviamente no, perchè per ora il pensiero comune è che Papa Francesco possa far bene soprattutto alla Chiesa stessa, per l’immagine sporcata negli ultimi due anni, per rappresentare una ventata di rinnovamento.

Un Papa “povero”, che si preoccupa dei problemi dei poveri. Un Papa che, mai successo prima, arriva dal Sudamerica, “dalla fine del mondo”, per usare le sue parole. Un Papa che di sicuro avrà un grande impatto sul sociale e che magari riuscirà nella missione cominciata da Karol Wojtyla, e poi quasi del tutto abbandonata da Joseph Ratzinger, quella di avvicinare i giovani, i giovanissimi, alla Chiesa e alla preghiera. Ma chi con “impatto sul sociale”, si aspetta possibili aperture a vicende delicate come le nozze gay, metodi contraccettivi, aborto, rimarrà deluso. Il Papa, per quanto possa sembrare innovatore, spigliato, giovane nei pensieri e nei modi, è sempre e comunque il Papa. Rappresenta la Chiesa. E se avesse dimostrato aperture di quel tipo, magari neanche sarebbe stato eletto.

A spiegare il no del nuovo Papa ai matrimoni gay, ma anche i rapporti con la presidente argentina Cristina Kirchner e il periodo della dittatura militare nel Paese, sono due giornalisti dell’Associated Press, Brian Murphy e Michael Warren, che ripercorrono il libro-intervista “Il gesuita”, pubblicato nel 2010 dai giornalisti Francesca Ambrogetti e Sergio Rubin.

Ciò che si evince è che nonostante tutto, Jorge Mario Bargoglio ha un’impostazione molto conservatrice. E mentre il presidente americano Barack Obama lo definisce “paladino dei poveri”, l’Huffington Post lo critica, sottolineando come Bergoglio sia stato sempre “paladino” sì, ma nella crociata contro il diritto alle nozze gay e all’adozione da parte delle coppie omosessuali. “Descrisse il matrimonio tra persone dello stesso sesso come un segno del diavolo e un attacco devastante ai piani di Dio”, scrive l’Huufington. Infine, si sottolinea come Bergoglio sia stato “un instancabile oppositore dell’aborto e della contraccezione”.

E proprio questa crociata contro l’aborto, i matrimoni gay e le adozioni da parte delle coppie omosessuali, è alla base dei rapporti tesi con la presidente Cristina Kirchner. Papa Francesco, in passato, è stato piuttosto duro con i governi di Nestor e Cristina Kirchner sottolineando, ricorda il quotidiano argentino La Nacion, le parole dell’arcivescovo di Buenos Aires sul “debito sociale, immorale, ingiusto e illegittimo” causato dalla politica economica argentina degli ultimi anni.

Posizione conservatrice ma fino a un certo punto. Nel 2009 Papa Francesco raccontò di un battesimo fatto a una donna sola, con sette figli:

Qualche giorno fa ho battezzato sette figli di una donna sola, una vedova povera, che fa la donna di servizio e li aveva avuti da due uomini differenti. Lei l’avevo incontrata l’anno scorso alla festa di San Cayetano. Mi aveva detto: padre, sono in peccato mortale, ho sette figli e non li ho mai fatti battezzare. Era successo perché non aveva i soldi per far venire i padrini da lontano, o per pagare la festa, perché doveva sempre lavorare… Le ho proposto di vederci, per parlare di questa cosa. Ci siamo sentiti per telefono, è venuta a trovarmi, mi diceva che non riusciva mai a trovare tutti i padrini e a radunarli insieme… Alla fine le ho detto: facciamo tutto con due padrini soli, in rappresentanza degli altri. Sono venuti tutti qui e dopo una piccola catechesi li ho battezzati nella cappella dell’arcivescovado. Dopo la cerimonia abbiamo fatto un piccolo rinfresco. Una Coca Cola e dei panini. Lei mi ha detto: padre, non posso crederlo, lei mi fa sentire importante… Le ho risposto: ma signora, che c’entro io?, è Gesù che a lei la fa importante.

E sempre il quotidiano La Nacion riporta quindi alcuni dei discorsi “più polemici” di Bergoglio, a partire da quelli contro la corruzione e la povertà “dimenticata” nel Paese sudamericano. Anche il Guardian riporta un discorso del nuovo pontefice risalente al 2009. “Piuttosto che prevenire le ineguaglianze, hanno scelto di renderle perfino più grandi”, aveva detto Bergoglio riferendosi all’amministrazione di Nestor Kirchner, conclusasi nel 2007, e sottolineando come “i diritti umani non siano solo violati dal terrorismo, dalla repressione, dagli omicidi ma anche da strutture economiche ingiuste che creano ampie ineguaglianze”. Bergoglio si scontrò quindi con il governo di Cristina Kirchner opponendosi alle nozze gay e alla libera distribuzione di contraccettivi, in un Paese che ha legalizzato i matrimoni gay nel 2010. Insomma rigore sui principi, che devono essere saldissimi e che non devono in alcun modo andare ad intaccare la morale, Questa la nuova dottrina per rilanciare i valore fondanti della Chiesa, perchè alla fine, costo quel che costi, quello è il primo obiettivo.

Bergoglio non si sottrae poi ad interrogativi e sospetti affermando che negli anni della dittatura argentina, “la Chiesa, come tutta la società, ha conosciuto quanto successe poco a poco. All’inizio non ne era cosciente”. “Immagino la disperazione di quelle donne che cercavano in tutti i modi i propri figli e si trovavano di fronte al cinismo delle autorità che le trascinavano da una parte e dall’altra”, ricorda. “All’inizio sapevamo poco, o niente, lo abbiamo saputo solo gradualmente”, aggiunge l’ex presidente della conferenza episcopale argentina, riferendosi proprio ai tanti desaparecidos e all’orrore degli anni della dittatura militare.

Secondo la ricostruzione di giornalisti americani dell’Associated Press, Brian Murphy e Michael Warren, le cose sarebbero andate in modo diverso da quanto sostengono gli accusatori di Jorge Mario Bergoglio:

“Entrambi i sacerdoti furono liberati dopo che il cardinale Bergoglio si mosse in modo straordinario dietro le quinte per salvarli. Arrivò a convincere il prete di famiglia del dittatore Jorge Videla a fingersi malato, in modo che lui stesso Bergoglio, potesse dire la messa nella casa del capo della giunta militare, dove a tu per tu con Videla invocò la grazia. Verosimilmente il suo intervento salvò le vite dei due sacerdoti, ma Bergoglio non rese mai pubblici i dettagli fino all’intervista di Rubin.

Bergoglio disse a Rubin che era solito nascondere persone in immobili di proprietà della Chiesa durante il periodo della dittatura e una volta diede i proprio documenti di identità ad un uomo che gli assomigliava, mettendolo in condizione di fuggire attraverso la frontiera. Tutto questo fu fatto in segreto in un periodo in cui i capi della Chiesa argentina pubblicamente sostenevano la giunta militar e esortavano i cattolici a ristabilire il loro “amore” per il Paese, nonostante il terrore nelle strade”.

“Secondo Rubin, non avere sfidato i dittatori era semplicemente un frutto di pragmatismo in un momento in cui molte persone venivano uccise”.