Il silenzio di Roma: si infittisce il mistero della petroliera italiana catturata dei pirati

Pubblicato il 15 Febbraio 2011 - 17:11 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Della petroliera italiana Savina Caylyn, finita nelle mani dei pirati somali lo scorso 8 febbraio, non si è più parlato. Oggi il Sole-24 Ore spiega quale potrebbe essere il motivo.

A imporre il silenzio sul caso sarebbe stato, secondo il quotidiano di Confindustria, un ordine del ministro della Difesa, Ignazio La Russa, che ha bocciato l’intesa raggiunta tra la Marina e gli armatori per consentire l’imbarco di fucilieri del reggimento San Marco sui mercantili

Le ultime notizie, datate 11 febbraio, davano la fregata italiana Zeffiro, che fa parte della missione antipirateria dell’Unione europea, a ridosso della petroliera. La Savina Caylyn e i suoi 22 uomini dell’equipaggio (5 italiani e 17 indiani) sarebbe arrivata in acque somale ieri mattina, proprio a ridosso della costa nei pressi della “tortuga” di Harardere dove sono all’àncora almeno un’altra dozzina di navi sequestrate.

Una posizione che renderebbe più difficile un blitz, che sarebbe stato invece ben più facile nei giorni scorsi, quando solo i cinque pirati somali tenevano sotto controllo la petroliera. Ma Roma non ha dato il via libera, e ora la situazione, sottolinea il Sole, è più rischiosa.

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