Risotto al sugo di ratto: bufera animalista sul reality inglese

rattoQuesta volta gli animalisti non gliel’hanno fatta passare liscia, e la tv britannica “Itv1” è stata costretta alle scuse ufficiali. Due protagonisti affamati del reality “I’m a celebrity… Get me out of here!”, versione britannica dell’Isola dei Famosi, si sono spinti fino a uccidere e mangiare un ratto, soffriggendolo in un risotto.

L’episodio è andato in onda venerdì, quando i due partecipanti, il cuoco italiano vincitore del programma Gino D’Acampo e l’attore Stuart Manning lamentavano carenza di cibo e hanno quindi chiesto alla produzione se potevano uccidere e mangiare un ratto. E’ toccato allo chef D’Acampo, star di varie trasmissioni culinarie britanniche, preparare il “risotto al sugo di ratto”, definito dallo stesso cuoco “la miglior ricetta che abbia mai preparato”.

La produzione, dopo aver controllato le norme d’igiene, ha dato il via libera, inconsapevole che il ratticidio potesse rappresentare un crimine. E invece così è stato: D’Acampo e Manning sono stati accusati di “crimini contro gli animali” e si dovranno presentare davanti a un tribunale australiano, a Muwillumbah nel New South Wales, il prossimo 3 febbraio.

Come spiega il times, i due rischiano fino a tre anni di carcere e una multa da 1.100 Sterline (oltre 1.200 Euro). A denunciarli è stata la Rspca, un’organizzazione che protegge gli animali contro le violenze, ed è la prima volta che si verifica una circostanza simile in nove edizioni del programma – girato appunto in Australia – nonostante i produttori adorino alimentare i protagonisti con insetti vivi, o terrorizzarli con l’aiuto di serpenti, ragni e rettili vari.

“C’è un codice di condotta nel New South Wales che spiega come gli animali possono o non possono essere usati. Uccidere un ratto per uno show non è accettabile” ha sentenziato il capo degli ispettori della Rspca, David Oshannessy che si occupa del monitoraggio animalista al programma. Ora i tabloid del regno speculano sulla possibilità che il ratto sia stato addirittura addomesticato e introdotto dai produttori nella “scena del crimine” per creare scompiglio.

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