Terremoto Haiti: non si scava più, si pensa a ricostruire

Pubblicato il 22 Gennaio 2010 - 11:03| Aggiornato il 23 Gennaio 2010 OLTRE 6 MESI FA

Nel caos che regna ad Haiti, l’Unicef lancia l’allarme: «Abbiamo informazioni su 15 bambini scomparsi dagli ospedali, dopo il sisma», ha affermato a Ginevra un responsabile dell’Unicef. «Abbiamo registrato circa 15 casi di bambini scomparsi negli ospedali e che non sono con le loro famiglie attualmente».

Si pensa a delle reti di traffico di adozioni internazionali. Queste reti «già esistevano prima del sisma» e molte hanno rapporti con il «mercato illegale delle adozioni – ha aggiunto Legrand – Dopo catastrofi come il sisma queste reti si attivano immediatamente« per sfruttare la situazione».

Questa del terremoto è un’occasione d’oro per i criminali pedofili e i loro fornitori, che stanno sempre in agguato come avvoltoi per sfruttare la miseria e la povertà in ogni angolo del mondo. Là dove c’è una famiglia indigente, costretta dalla fame a vendere e fare prostituire i propri figli, vicino ci sono manipoli di maniaci. Il mercato è immenso, basta fare un qualunque viaggio tra Tailandia, Cambogia e Filippine per  rendersene conto e basta seguire con attenzione la cronaca sui giornali e sui siti internet del mondo per vedere, quando ogni tanto qualcuno viene beccato e condannato, come sia vasta la rete dei maniaci.

Ancora ci sono persone sotto le macerie ad Haiti. Molti, moltissimi, continuano a piangere ogni giorni nuovi morti. Il terribile terremoto del 12 gennaio ha provocato finora circa 200 mila morti e 250 mila feriti.

Gli sfollati sono circa 3 milioni. Chissà quanti ancora dispersi. Ma per loro non c’è più speranza perché le squadre di soccorso hanno deciso che da oggi non si scaverà più. Il governo di Haiti e l’Onu pensano ora alla ricostruzione.

Ricostruzione. Secondo quanto scrive il New York Times, per la sistemazione degli sfollati dopo il sisma si prevede nella prima fase la creazione di una dozzina di campi attrezzati con tende, mentre nella seconda imprese private costruiranno appartamenti con l’aiuto degli stessi sfollati. A dare dei consigli per la futura sistemazione dei senza tetto arriva dall’Italia anche il capo della Protezione civile Guido Bertolaso.

I funzionari che si stanno occupando del piano temono che i campi possano divenire permanenti, quindi valutano con molta attenzione i luoghi ove realizzarli. Alla periferia della capitale, nei pressi del sobborgo di Croix des Bouquets, le truppe brasiliane dell’Onu hanno iniziato i lavori di scavo per preparare un campo con una capacità di accogliere 30.000 persone.

Il focus si sposta ora sulle attività della vita quotidiana. Piccole drogherie, saloni di barbieri e farmacie hanno iniziato a riaprire, alcuni facendo credito ai clienti a corto di contanti. I servizi bancari dovrebbero ripartire nel fine settimana, dando alla maggior parte degli haitiani accesso ai contanti per la prima volta da quando il terremoto ha devastato il Paese.

La baia di Guantanamo, che ospita il carcere di massima sicurezza per i terroristi islamici, si prepara inoltre a ricevere, se necessario, un flusso di haitiani, in fuga dalla distruzione lasciata dal terremoto dello scorso 12 gennaio. Nella baia, sulla sponda opposta a quella in cui si trovano i quasi 200 presunti terroristi che ancora si trovano a Camp X Ray, a circa 3km di distanza in linea d’aria dal penitenziario, i militari hanno già allestito, oltre ai servizi sanitari, un centinaio di tende, ognuna in grado di accogliere dieci persone.

Solidarietà da vip. Intanto si moltiplicano le iniziative di solidarietà per Haiti. La più importante sarà sicuramente quella di sabato a cui parteciperanno alcuni tra i più famosi cantanti del mondo. Ultime arrivate Madonna da New York e Beyoncé da Londra che si aggiungono alla lista degli artisti che si esibiranno sabato durante il telethon per le vittime del terremoto. Lo rende noto Mtv, che trasmetterà lo show-concerto «Hope for Haiti now» su tutti i suoi canali nel mondo. Non mancano le donazioni delle celebrità di tutto il pianeta. Ultimo l’attore Leonardo Di Caprio che ha donato un milione di dollari a favore delle popolazioni terremotate.

Polemiche. L’afflusso massiccio di aiuti e di truppe dagli Stati Uniti ad Haiti comincia però ora a generare le prime polemiche internazionali. La Russia auspica che gli Stati Uniti si limitino all’aiuto umanitario e non cerchino di trarre vantaggio dalla situazione di Haiti per altri scopi ha detto il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov.

Saranno invece circa 250 i gendarmi europei che parteciperanno alla missione Onu ad Haiti, Minustah, tra questi i carabinieri inviati dall’Italia saranno 50. È quanto rivela l’agenzia Ansa, alla vigilia del Consiglio dei ministri degli esteri della Ue di lunedì prossimo a Bruxelles, che discuterà della seconda fase di aiuti per le popolazioni di Haiti.

Le caratteristiche del contributo della gendarmeria europea saranno discusse in una riunione tra i rappresentanti degli stati membri nel comitato politico e della sicurezza europeo. Secondo quanto sottolinea l’Ansa la presenza dei gendarmi europei all’interno della missione delle Nazioni Unite «non durerà oltre i sei mesi».

Bertolaso e Berlusconi. Intanto a dare dei consigli per la futura sistemazione dei senza tetto arriva oggi ad Haiti dall’Italia anche il capo della Protezione civile Guido Bertolaso. A questo proposito da segnalare anche l’intervento del premier Silvio Berlusconi che ha difeso il governatore della Lombardia Roberto Formigoni con cui Bertolaso aveva polemizzato proprio sugli aiuti ad Haiti. «Esprimo l’apprezzamento mio personale e del governo per la tempestività con cui il presidente Roberto Formigoni ha messo in campo gli aiuti della Regione Lombardia alla popolazione di Haiti sin dalle prime ore dopo il terremoto» ha detto Berlusconi.

«La solidarietà e l’efficienza sono virtù tradizionalmente riconosciute ai milanesi e ai lombardi e il presidente Formigoni se ne è reso come sempre interprete. Il contributo di uomini e mezzi, sotto il coordinamento della nostra Protezione civile, che tante prove ha dato della sua capacità organizzativa, testimonia – conclude Berlusconi – l’impegno dell’Italia a fianco della popolazione di Haiti».

Sono chiaramente polemiche da pollaio. Quel che è certo che i poveretti di Haiti sono solo un pretesto per mettersi in mostra da parte dei vip di tutto il mondo.

Basta pensare alla portaerei italiana, partita di gran carriera per prestare soccorso: impiegherà il doppio del tempo ad arrivare, perché prima passerà dal Brasile a raccogliere un po’ di soccorritori anche lì. Che gli frega al mondo dei poveri haitiani? Ben poco. Quanto alla protezione civile, appare chiaro che si tratta di una operazione di pura esibizione: senza poteri, senza strutture con cui operare, al di fuori del sistema protetto in cui opera in Italia, cosa potrà mai fare Bertolaso ad Haiti? Con l’arroganza e la presunzione che domina i suoi colleghi americani, chi darà mai retta a questo italiano mandato da Berlusconi, quello dell’abbronzato? A farselo troppo amico c’è il rischio che Obama lo venga a sapere e ti bruci la carriera.