Turchia. Iniziato il processo calciopoli: 93 alla sbarra

Pubblicato il 14 Febbraio 2012 - 12:25 OLTRE 6 MESI FA

ANKARA – E' cominciato il processo sulla calciopoli turca, il piu' grave scandalo per partite truccate che ha mai colpito il calcio in Turchia. Come riferiscono l'agenzia turca Anadolu e siti turchi, la prima udienza e' iniziata in un tribunale di Istanbul e alla sbarra sono 93 accusati di cui 23 in custodia cautelare.

Tra questi anche l'imputato piu' in vista: Aziz Yildirim, il presidente del plurititolato club del Fenerbahce. Perno delle combine, secondo le accuse, era pero' l'expresidente del Giresunspor, Olgun Peker.

Migliaia di tifosi della squadra hanno scandito slogan fuori dal tribunale inneggiando all'innocenza degli imputati e contro la minaccia della retrocessione a tavolino. ''Il governo puo' cadere, l'inflazione andar giu' ma il Fenerbahce non puo' esser retrocesso'', gridavano.

Gli imputati rischiano tra tra i 22 e i 115 anni di prigione per varie accuse che vanno fra l'altro dall'associazione per delinquere, alla frode sportiva, dalla corruzione alle minacce e alle falsificazione di documenti. Lo scandalo su 19 partite dello scorso campionato che si sospetta siano state truccate coinvolgendo almeno otto squadre di A e B era scoppiato l'estate scorsa con decine di arresti di dirigenti e calciatori, alcuni anche della nazionale.

Fra gli arrestati, ora a piede libero, c'era anche il nigeriano Emmanuel Emmenike, l'ex attaccante col cartellino del Fenerbahce ora allo Spartak di Mosca e accusato per un sospetto forfait quando giocava col Karabukspor.

Il Fenerbahce, in attesa di eventuali sanzioni piu' gravi come la revoca dello scudetto vinto l'anno scorso in maniera sospetta, e' stato escluso da questa edizione della Champions League e sostituito dal Trabzonspor.

La controversia sulle punizioni per i club coinvolti ha portato il mese scorso anche alle dimissioni del capo della Federcalcio, Mehmet Ali Aydinlar, e di suoi due vice.

Una riduzione delle pene comminate per combine sportive, vista da molti come una norma ad hoc per il Fenerbahce, la squadra del cuore del premier turco Recep Tayyip Erdogan, aveva innescato in dicembre un forte attrito politico sfociato nell'aggiramento di un veto presidenziale.