Uccise padre neonazista a 12 anni: killer o solo “educato alla violenza”?

di Maria Elena Perrero
Pubblicato il 30 Ottobre 2012 - 09:37 OLTRE 6 MESI FA
Il caso di Joseph Hall, che a dodici anni ha ammazzato il padre neonazista, divide l’America

LOS ANGELES – Joseph aveva dodici anni quando, il 1° maggio del 2011, prese il fucile, andò in salotto, lo puntò alla testa del padre che dormiva e fece fuoco. Un omicidio. Anzi, un parricidio. Solo che quel padre era un neonazista. E ora, a più di un anno da quei fatti, gli Stati Uniti si chiedono se quel ragazzino possa essere giudicato come un assassino.

Perché Joseph Hall non era cresciuto tra soldatini e macchinine, ma  tra divise delle SS e bandiere con la croce uncinata. E adesso i giudici si domandano se la sua azione non fosse anche dovuta a quel passato, così breve ma già così pesante, e che quindi il piccolo Joseph non sia stato condizionato dal “clima di odio e violenza”.

Ci si domanda se un bambino esposto da sempre alla violenza e al razzismo predicato dal padre possa poi distinguere il bene dal male, visto che qui non si parla tanto di lecito o illecito e di labili confini, ma di un vero e proprio parricidio.

Per il procuratore Michael Soccio quel che ha fatto Joseph ha poco a che fare con il Nazismo. Secondo Soccio quella del ragazzino è stata una reazione ai rimproveri del padre il giorno prima. Il ragazzino avrebbe avuto paura che il padre se ne andasse per sempre. E per tenerlo per sempre in quella casa l’avrebbe ucciso, sostiene Soccio.

Anche perché il padre, quel padre, era tutta la famiglia di Joseph. A quel padre era stato affidato dopo il divorzio dei genitori. Viveva con lui, la nuova compagnia del padre, e cinque fratelli tra acquisiti e non.

Per tutto questo Joseph, sostiene il suo avvocato Matthew Hardy, non capiva che cosa fosse sbagliato: era stato troppo condizionato dalla violenza. Probabilmente, è la tesi della difesa, Joseph pensava persino di fare bene, di essere un eroe, sparando al padre.

Ora il giudice del tribunale di Riverside County, Jean Leonard, dovrà stabilire la verità, per quanto possibile. Al momento l’unico dato certo, come sottolinea anche il New York Times, è che Joseph è il detenuto più giovane del carcere minorile del Dipartimento di Giustizia della California, dove sono tenuti sotto chiave 900 dei più pericolosi criminali minorenni della California.

Secondo il codice penale della California chi non ha ancora compiuto 14 anni non può essere accusato di un crimine senza una prova evidente che dimostri che sapeva di stare per commettere un crimine. Una distinzione non facile per un bambino cresciuto nell’insegnamento della superiorità dei bianchi e dell’importanza della segregazione razziale.