Usa. Loretta Lynch mette polizia Baltimora in mirino giustizia federale

Pubblicato il 9 Maggio 2015 - 12:45 OLTRE 6 MESI FA
Loretta Lynch

Loretta Lynch

USA, WASHINGTON – Passa nel mirino della giustizia federale la polizia di Baltimora, dopo che Loretta Lynch, la neoeletta responsabile per il dipartimento di Giustizia, ha annunciato i l’apertura di un’inchiesta per verificare se gli agenti della citta’ scossa dalla morte del 25enne afroamericano Freddie Gray abbiano commesso sistematiche violazioni costituzionali.

L’inchiesta parte con effetto immediato e giunge mentre in America montano le aspettative per gesti forti e prese di posizione chiare dopo settimane e mesi di tensioni sfociate in grandi manifestazioni di piazza in tutto il Paese come non se ne vedevano da tempo.

Il tema, lo riconosce Loretta Lynch, s’impone come uno dei nodi al centro delle tensioni sociali in America: il rapporto tra le forze di polizia e le comunita’ “e’ una delle questioni cruciali che dobbiamo affrontare” ha detto, parlando di una “seria erosione della fiducia”.

Per questo l’inchiesta che ha annunciato e’ del tutto separata da quella penale gia’ aperta dallo stesso Dipartimento di Giustizia sul caso Freddie Gray, morto in custodia di polizia dopo una settimana dal suo arresto. Si tratta di “verificare se sono stati violati la Costituzione e i diritti civili” e stabilire se vi sia un atteggiamento sistematico di questo tipo diffuso nel corpo di polizia di Baltimora. Per questo al vaglio degli inquirenti federali saranno i metodi soprattutto, applicati nei fermi effettuati dagli agenti e nelle perquisizioni, verra’ giudicato l’uso della forza e si stabilira’ se vi siano comportamenti discriminatori.

L’apertura dell’inchiesta federale risponde ad una richiesta della sindaco di Baltimora, Stephanie Rawlings-Blake, e giunge dopo che Loretta Lynch si e’ recata di persona nella citta’ teatro dei violenti disordini in cui e’ culminata la protesta per la morte di Freddie Gray, dove ha incontrato rappresentanti della comunita’ locale e della polizia oltre ai familiari di Gray.

E si tratta di un’indagine che ha visto numerosi precedenti, a partire da Ferguson, l’altra citta’ dove e’ esplosa con violenza la rabbia lo scorso agosto dopo l’uccisione di un altro giovane afroamericano da parte di un agente di polizia bianco, aprendo una ferita che forse in America non si e’ mai del tutto arginata. “Non e’ nuovo”, ha osservato di recente il presidente Barack Obama. E non lo e’. Quello che cambia, o almeno che emerge, e’ la volonta’ di intervento – per ora sul piano lo formale quantomeno – che contribuisce ad alzare il livello di attenzione.

Lo si vede dalle folle in piazza e dai casi che di volta in volta si segnalano, sempre piu’ spesso con l’ausilio di video. L’attenzione dei medie americani e’ pure al massimo. Il New York Times ricorda che il campanello d’allarme e’ scattato anche nella liberale San Francisco, dove lo scorso marzo era emerso una scambio fitto di sms dai contenuti razzisti e omofobi tra 14 poliziotti. E il procuratore distrettuale ha annunciato che una indagine già in corso sarà allargata per verificare se ci sia una radicata cultura di discriminazione sistematica che abbia potuto motivare arresti o altri provvedimenti.