Variante Delta del Covid fa salire i contagi nel Regno Unito ma cala il numero dei morti Variante Delta del Covid fa salire i contagi nel Regno Unito ma cala il numero dei morti

Variante Delta del Covid fa salire i contagi nel Regno Unito ma cala il numero dei morti

Risalgono 38.154 (circa 2500 più di ieri e picco dal 20 luglio) i contagi giornalieri Covid alimentati dalla variante Delta nel Regno Unito, sebbene su un numero di test incrementato a oltre un milione nelle ultime 24 ore.

Variante Delta fa salire i contagi nel Regno Unito ma il numero dei morti è in calo 

Mentre il bilancio dei morti torna leggermente a scendere (178, contro 207 di ieri) e il totale dei ricoveri ospedalieri si stabilizza per ora attorno a quota 7.500: con un impatto che resta nettamente inferiore rispetto a quello delle ondate pre vaccini della pandemia, sullo sfondo d’una copertura vaccinale nazionale giunta ora quasi all’80% degli over 16 con due dosi e all’88,6% con una.

Studio Gb ridimensiona rischi Long Covid in bambini 

Il rischio di ammalarsi del cosiddetto ‘Long Covid’ fra i bambini è molto inferiore rispetto a quanto si pensasse. A dirlo uno studio britannico realizzato da alcuni dei maggiori esperti nel settore e coordinato dall’University College London, che spinge quindi per una maggiore cautela rispetto alla necessità di vaccinare le fasce di età più basse.

Come si legge sul sito della Bbc, la ricerca si basa su un campione comprendente bambini e ragazzi inglesi di età compresa fra gli 11 e i 17 anni che erano risultati positivi al Covid nel periodo settembre-marzo scorsi. E’ emerso che fra il 2% e il 14% di loro aveva ancora sintomi riconducibili all’infezione dopo 15 settimane.

Ma in pochi casi i postumi della malattia avevano spinto le loro famiglie a rivolgersi al servizio sanitario nazionale (Nhs) perchè i figli erano costretti a rimanere a letto o non potevano frequentare la scuola.

Non solo, alcuni dei sintomi denunciati potevano anche non dipendere direttamente dal Covid. Il professor Terence Stephenson, del Great Ormond Street Institute of Child Health, il maggiore centro pediatrico del Regno Unito con sede a Londra, si è detto molto “rassicurato” da questi risultati emersi dallo studio che andrà ancora avanti in modo da controllare le condizioni dei giovani coinvolti.

Risultati che, come ha sottolineato lo stesso Stephenson, confutano del tutto le ipotesi più allarmistiche emerse all’apice della pandemia, quando si parlava della possibilità che la metà dei bambini colpiti da Covid potesse sviluppare disturbi post-infezione di lungo periodo.

 

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