Vendeva collanine per sopravvivere: gli ultimi giorni di bin Laden

Pubblicato il 30 Giugno 2011 - 17:07 OLTRE 6 MESI FA

NEW YORK, 30 GIU – Osama Bin Laden non era più quello sceicco del terrore temuto e rispettato che era stato in passato. Nel suo rifugio di Abbottabad, in Pakistan, il capo di Al Qaida si era ridotto a vivere non solo perennemente nascosto, ma anche in uno stato se non di povertà, di estrema frugalità, arrivando addirittura – seppur indirettamente – a vendere collanine.

Lo hanno rivelato ad Abbottabad fonti di intelligence pakistane e americane ai quotidiani Usa del gruppo McClatchy, la catena americana che ha il suo quartier generale in California ma gestisce quotidiani diffusi a livello locale in tutti gli Stati Uniti, dall’Anchorage Daily News dell’Alaska alla Beaufort Gazette in South Carolina, dal Sun Herald in Mississippi al San Luis Obispo Tribune in California.

Stando a quanto riportato dai giornali del gruppo, Osama bin Laden nell’ultima fase della sua vita si era ridotto, ovviamente tramite intermediari, a ricorrere alla compravendita di anelli e collane pur di racimolare denaro. Commerci minimi per cifre contenute, si parla di 1.500-2.000 dollari per un completo intero orecchini-anello-collana. Ma significative per quanto riguarda il tenore di vita di quello che – a suo tempo – era stato considerato il terrorista più ricco al mondo.

A vendere erano i suoi collaboratori, in diverse zone della regione. Lo avrebbe accertato la polizia pakistana nelle indagini seguite al raid di Abbottabad.

Dal materiale sequestrato nel blitz e’ emerso che le giornate quotidiane nel compound, dove vivevano una trentina di persone, procedevano per Bin Laden in termini frugalissimi. Erano i suoi due ‘corrieri’ a gestire la casa e la cassa, comprese le utenze di luce e gas. Sono state trovate al riguardo i meticolosi pagamenti delle relative bollette: 18 dollari al mese per il gas, 80 dollari al mese per l’energia elettrica. Quindi ricevute e scontrini per frugali provviste di cibo, in particolare lenticchie e riso, provviste acquistate in un negozio poco lontano dal compound.

Queste rivelazioni gettano una luce nuova su colui che – nei giorni immediatamente successivi al raid – era tornato ad essere dipinto come il principe del terrore, ancora in grado di portare minacce reali all’Occidente. Forse questo stile di vita era solo una copertura, per non sollevare sospetti. Ma – stando ai quotidiani McClatchy – prende corpo tra gli investigatori  l’ipotesi che Osama Bin Laden, pur continuando a progettare ipotetici attacchi in grande stile contro gli Stati Uniti, fosse in realtà sempre più sganciato dalla realtà.

Lui forniva indicazioni, offriva ‘idee’, ma nella realtà i terroristi a lui fedeli erano poi costretti a ripiegare in concreto su azioni ‘possibili’ di tono decisamente minore. E tra le nuove generazioni erano sempre meno coloro che lo ascoltavano.