Bankitalia, nel 2013 Pil -1%. Disoccupazione al 12% nel 2014: “Allarme giovani”

Pubblicato il 18 Gennaio 2013 - 14:13| Aggiornato il 19 Gennaio 2013 OLTRE 6 MESI FA
Bankitalia, nel 2013 Pil -1%. Disoccupazione al 12% nel 2014: “Allarme giovani”

ROMA – Cala l’occupazione e cala pure il Pil: la Banca d’Italia vede scuro in fondo a questo 2013. Le previsioni contenute nel “Bollettino economico” rivedono al ribasso le stime sul Pil che, dopo la flessione del 2,1% del 2012, scenderà, quest’anno dell’1% e non del più ottimistico 0,2%,  indicato in precedenza dagli stessi analisti di via Nazionale. Anche l’occupazione si ridurrà di quasi un punto percentuale nel 2013 e ristagnerà l’anno successivo. Il tasso di disoccupazione aumenterà, riflettendo anche l’incremento delle persone in cerca di lavoro, al 12% nel 2014. I tecnici di via Nazionale tengono alto in particolare l’allarme sulla disoccupazione giovanile.

Secondo la Banca d’Italia  il caro spread e il successivo aumento del costo del credito si sono “mangiati” un punto di Pil. Un altro punto lo hanno eroso le manovre. I numeri dicono che il balzo dello spread di luglio 2011 e le manovre di correzione seguite per evitarne ”un incontrollato peggioramento” hanno causato il -2,1% del Pil 2012

“Se il differenziale tra i rendimenti dei titoli pubblici italiani e tedeschi, i tassi bancari e le condizioni di accesso al credito delle imprese – si osserva nel bollettino – fossero rimasti per tutto il periodo sui livelli favorevoli del luglio 2011, la dinamica del Pil sarebbe stata nel complesso superiore di un punto percentuale. Si conferma anche che le misure di correzione dei conti pubblici adottate nella seconda parte del 2011 per evitare un incontrollato peggioramento delle condizioni sui mercati finanziari hanno avuto un effetto negativo sulla domanda, valutabile in un punto percentuale di crescita annua”.

La Banca d’Italia elenca cinque fattori alla base della riduzione della crescita: i più elevati costi di finanziamento per il settore privato a seguito dell’aumento degli spread sui titoli di Stato, la maggiore difficoltà di accesso al credito per le imprese, gli effetti diretti delle manovre di risanamento dei conti pubblici, il rallentamento del commercio internazionale e infine i riflessi dell’aumento dell’incertezza e del connesso calo della fiducia sulla domanda interna.

Secondo gli analisti di via Nazionale, l’occupazione si ridurrà ulteriormente quest’anno (quasi l’1%) e ristagnerà nel successivo. “Il tasso di disoccupazione aumenterà, riflettendo anche l’incremento delle persone in cerca di lavoro” toccando il 12% nel 2014. La stima per il prossimo anno è comunque di una stabilizzazione, ma “non un’inversione di tendenza”. Sempre sotto pressione il mercato del lavoro e i giovani, tanto che nel Bollettino si sottolinea che “gli effetti della recessione non si sono finora riflessi in una caduta dell’occupazione, ma hanno determinato soprattutto un maggiore ricorso alla cassa integrazione guadagni e un aumento delle persone in cerca di lavoro che ha spinto verso l’alto il tasso di disoccupazione, in particolare quello giovanile”. Secondo il rapporto “nel terzo trimestre del 2012 quest’ultimo era superiore di oltre sei punti percentuali rispetto a un anno prima”.

Di conseguenza anche i consumi delle famiglie continuano a contrarsi, riflettendo il prolungato calo del reddito disponibile, che nella media dei primi tre trimestri del 2012 si è ridotto del 4,3%, e la forte incertezza. Sulla base delle informazioni più recenti, i comportamenti di consumo dovrebbero rimanere “depressi” anche nei prossimi mesi.