Borsa: altra giornata di passione a Milano, male la Germania

Pubblicato il 16 Agosto 2011 - 22:16 OLTRE 6 MESI FA

MILANO – Riduce le perdite nel finale Piazza Affari dopo essere stata in calo di oltre due punti percentuali. Il Ftse All-Share ha ceduto lo 0,79% e il Ftse Mib lo 0,8%. Ancora male le utilities, con Snam Rete Gas e Terna che perdono oltre il 10% per il rincaro della ‘Robin Tax’ previsto dalla manovra del Governo.

Resistono i titoli bancari, limitando le perdite degli indici principali, affossati dalle utilities, penalizzate dalla revisione della Robin Tax. Spicca, fra gli istituti di credito, la performance del Monte dei Paschi, che ha guadagnato il 4,19%. A passo di corsa anche Intesa Sanpaolo (+3,61%) e Mediobanca (+3,76%), mentre è stata venduta Unicredit, che ha chiuso in calo dello 0,66%. Positivi gli assicurativi. Fra gli energetici crollo del 13,64% per Terna. Scivolone anche per Snam Rete Gas, che chiude in calo del 9,9%, recuperando tuttavia 2 punti percentuali rispetto ai minimi dopo l’annuncio che la politica dei dividendi rimarrà invariata.

Male Enel (-4,25%) e la controllata Egp (-5,42%), mentre salgono Eni (+0,46%) e soprattutto Saipem (+1,2%). In difficoltà, nel comparto industriale, Fiat Spa (-4,26%), ma è in rosso tutta la galassia del Lingotto (Industrial -3,6%, Exor -1,35%). Giù anche Pirelli (-2,52%), mentre resiste Finmeccanica. Sale Mediaset (+1,05%), corre Davide Campari (+3,03%), mentre viene venduto il lusso (Tod’s -1,77%). Fuori dal paniere principale chiude con un balzo del 14,02% Zucchi.

I risultati negativi delle Borse europee hanno però un comune denominatore: i dati che arrivano dal Prodotto interno lordo tedesco nel secondo trimestre dell’anno. La locomotiva Germania rallenta: il pil segna un risultato vicino allo 0 (+0,1%), un dato ben al di sotto delle attese degli analisti. In particolare, si tratta del valore più debole dal primo trimestre 2009, quando la Germania subì una contrazione del pil.

Le attese, elaborate erano per un +0,5%. Su base tendenziale il preliminare del pil – non aggiustato – ha mostrato una crescita del 2,8%, anche in questo caso in rallentamento dal 5% del primo trimestre (rivisto al ribasso dal 5,2% iniziale). Le previsioni erano per una crescita del 3,2%. Brutte notizie anche da Madrid: il ritmo di crescita dell’economia spagnola nel secondo trimestre è rallentato a +0,2% dal +0,3% dei primi tre mesi dell’anno. La debole crescita non permette di creare occupazione: il tasso di persone senza lavoro staziona sul 20,89% della popolazione attiva, il più elevato fra i Paesi industrializzati.