Si stringe la catena dei debiti: sta saltando l’anello debole Portogallo

ROMA – La svolta conservatrice delle elezioni di domenica in Finlandia non va confusa con una semplice notizia di Esteri. La vittoria del partito di destra e degli ultanazionalisti “Veri Finnici” rende più cupe le previsioni per i cosiddetti Pigs (Portogallo, Irlanda, Grecia e Spagna), ossia quei paesi dell’Unione che con i loro conti pubblici disastrati fanno temere l’intera Ue.

Come fu per la Grecia, il prossimo papabile di un sostanzioso aiuto dalle casse di Bruxelles è il Portogallo. Ma  il nuovo governo finlandese non fa ben sperare Lisbona: la Finlandia fa parte del ristretto “club degli otto” che possono vantare sui propri conti pubblici il voto AAA, ossia quanto di meglio le agenzie di rating internazionali possano assegnare. E con un governo decisamente euroscettico il Portogallo non potrà davvero contare su Helsinki per avere gli aiuti europei.

La Finlandia è sempre più orientata quindi ad essere tra quei paesi decisamente poco disposti ad aiutare i fanalini di coda. D’ora in avanti la Banca centrale europea sarà più sola per avviare il meccanismo di salvataggio per i paesi in crisi. Meccanismo che si aziona con voto unanime, cosa che si potrebbe rivelare il tallone d’Achille del sistema decisionale europeo e che potrebbe tradursi in un tonfo per il Portogallo, candidato da oggi ad essere il primo paese dell’euro a fallire.

Anche la Finlandia non è sola: soprattutto nel Nord Europa sono tanti i Paesi stanchi di far sacrifici per salvare chi non ha lavorato per ristrutturare i conti pubblici. E i debiti europei non fanno vedere entro breve l’uscita da una crisi finanziaria che dura ormai da 4 anni. La Germania ha un debito pari all’80% del Pil ma un avanzo primario negativo (-0,3%). La Francia ha un 88% di debito ma un avanzo primario negativo -3,5%, ossia un segnale concreto di difficoltà. Meglio in Italia a fronte di un debito del 120% ha però un + 0,2% di saldo primario e un trend in recupero.

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