Contanti: non muovere più di 9.999 euro al mese. Se lo fai…

di Alessandro Camilli
Pubblicato il 2 Settembre 2019 - 12:41 OLTRE 6 MESI FA

ROMA –Contanti: non muovere più di 9.999 euro al mese. Se lo fai non son subito guai, però se lo rifai…

 Fine movimenti ad euro 9.999. Scatta da oggi, lunedì 2 settembre, l’obbligo per banche ed istituti di credito di comunicare al grande occhio del Fisco chi, in un mese solare, muove più di 10mila euro cash, in contanti, indipendentemente se in entrata o in uscita. Una comunicazione che non sarà, ovviamente, sinonimo di irregolarità ma che comunque accenderà il faro di chi deve vigilare su chi questi movimenti produce. E allora, se quei fondi non sono ‘puliti’, prima dei fatidici 10mila sarà meglio fermarsi…

La novità è figlia della riforma varata nel 2017 e non è, in verità, una novità assoluta. Il quid di novità sta infatti nel tetto, che dai vecchi 15mila euro mensili viene abbassato a quota 10mila. Per questo da oggi Poste e istituti di pagamento dovranno fornire alla Uif (l’unità di informazione finanziaria incardinata presso la Banca d’Italia) i nominativi di chi supera quel tetto, anche attraverso più operazioni da oltre mille euro. Operazioni che dovranno essere individuate considerando “tutte le movimentazioni di denaro effettuate dal medesimo soggetto, in qualità di cliente o di esecutore; le operazioni effettuate dall’esecutore sono imputate anche al cliente in nome e per conto del quale ha operato”. Non si tratterà di una “segnalazione automatica di operazione sospetta”, ma l’organismo di controllo accenderà una luce sulle singole posizioni per poi procedere, a seconda dei casi, con gli opportuni controlli. Lo scorso anno le segnalazioni giunte negli uffici della Uif sono state 98mila, di cui mille inerenti a casi “di sospetto finanziamento del terrorismo”.

Primo invio che dovrà essere effettuato  da banche, Poste etc…entro il 15 settembre 2019 e riguarderà i dati riferiti ai mesi di aprile, maggio, giugno e luglio. Occhio quindi anche a quel che si è fatto nei mesi passati. Almeno per chi ha qualcosa da nascondere. Nulla da temere infatti da queste verifiche per chi ha soldi provenienti da fonti lecite e può quindi giustificare la mole di spesa o di incassi. Molto da temere invece per chi quelle cifre non può, non potrebbe e non potrà spiegare.

Per loro scatterà e anzi dovrebbe essere già scattata la linea rossa da non superare. Pena il rischio di trovarsi le fiamme gialle alla porta o, peggio, in banca. A spulciare tra conti e investimenti di cui si dovrà spiegare e giustificare la provenienza. Linea rossa da non superare che sarà quella dei 9.999 euro mensili. Una linea rossa lontana, lontanissima e anzi quasi un miraggio per la maggior parte degli italiani. Almeno stando alle loro dichiarazioni dei redditi. Ma linea molto più vicina, prossima, osservando lo stile di vita di molti e soprattutto immaginando l’economia di chi le tasse evade allegramente o sistematicamente.

Non sarà, probabilmente, l’arma finale contro l’esercito di evasori che popola il nostro Paese. Non è bastato il precedente tetto e non sono bastate altre iniziative che anzi, spesso, si sono tradotte in buco nell’acqua. Ma è almeno un segnale, un tentativo, un altro tassello nella disperata lotta che si cerca di intraprendere con i troppo furbi del Fisco. Un nuovo tassello nella lotta al contante che, in Italia, è ancora molto più diffuso che nel resto d’Europa. In contanti ancora circa l’ottanta per cento delle transazioni. Tanto contante in circolazione frutto, in alcune zone del Paese, dell’arretratezza tecnologica. Frutto anche di difficoltà culturale verso la moneta elettronica, e questo riguarda soprattutto le regioni del Sud. Ma contante che viene largamente utilizzato anche nelle zone più produttive e ricche del nostro Paese, vedi il Veneto, dove è facile immaginare possa venire preferito alla cosiddetta moneta di plastica che è più economica (non ci sono costi di trasporto né di gestione) e sicura ma anche molto più tracciabile. Tracciabile…difetto imperdonabile.