Uno studio rivela: “Con la crisi finanziaria sono aumentati i suicidi”

ROMA – Il rapporto tra la crisi economica e l’aumento dei casi di depressioni e suicidi c’è. E per la prima volta viene documentato in uno studio pubblicato da World Psychiatry, la rivista della World Psychiatric Association (Società mondiale di psichiatria), di cui è presidente l’italiano Mario Maj, docente a Napoli.

“È stato documentato l’incremento – spiega Maj al ‘Corriere della Sera’ – della frequenza della depressione e dei tentativi di suicidio durante il periodo di crisi finanziaria. Il tasso dei tentativi di suicidio è aumentato da 13,6 per 100.000 abitanti nel 1997 a 18,8 nel 1998, anno di inizio della crisi. La disuguaglianza nella frequenza, in rapporto al reddito, è andata poi progressivamente aumentando durante il decennio. Il divario tra fasce di reddito più basso e più alto è raddoppiato tra il 1998 e il 2007”.

“È stato documentato – continua Maj – che la disoccupazione si associa ad un rischio aumentato di depressione, disturbi ansiosi e quadri psicosomatici, con un tasso complessivo di problemi psicologici del 34% tra i disoccupati contro il 16% negli occupati. Quanto più lungo è il periodo di disoccupazione, tanto maggiori sono le conseguenze sulla salute mentale. Inoltre, l’impatto della disoccupazione sulla psiche risulta maggiore nei paesi meno sviluppati sul piano economico, in quelli in cui la distribuzione del reddito è più disomogenea e in quelli in cui i sistemi di protezione dei disoccupati sono più deboli”.

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