Grecia: approvata la terza manovra finanziaria. Taglio del 20% degli stipendi. L’Ue: Regole più rigide anticrisi

Pubblicato il 14 Aprile 2010 - 18:58 OLTRE 6 MESI FA

George Papandreou

Per rimettere a posto i conti pubblici greci servono altri 4,8 miliardi di euro. È la cifra approvata dall’ultima manovra finanziaria partorita dal Parlamento del paese ellenico da quando è inziata la crisi. La Terza in ordine di tempo. Con i soli voti della maggioranza socialista, (158 voti a favore su 300) passa dunque la legge Finanziaria 2011. Una manovra da “lacrime e sangue” come è stata definita, per passare dal 12,9% di deficit attuale all’8,7%. Intanto da Bruxelles arriva l’annuncio del commissario Ue agli Affari economici, Olli Rehn, «ci saranno regole più rigide e maggiori controlli sui conti pubblici di tutti i Paesi membri per evitare il ripetersi di nuove crisi finanziarie nell’Eurozona».

Il governo greco ha deciso di adottare ulteriori misure straordinarie per un totale di 4,8 miliardi di euro per assicurare il raggiungimento del target di bilancio di quest’anno. La metà verranno da tagli della spesa e l’altra metà dall’aumento delle tasse. Le misure includono un aumento dell’Iva di 2 punti percentuali al 21%, un taglio di un mese di stipendi per i dipendenti pubblici ed un taglio del 30% ai bonus destinati alla pubblica amministrazione. Inoltre, sempre per quanto riguarda il settore pubblico, l’esecutivo greco congelerà le pensioni dei dipendenti per il 2010.

Il governo greco mostra così di accogliere le richieste della Commissione europea, che aveva chiesto di adottare provvedimenti aggiuntivi per ridurre il deficit dei conti pubblici che altrimenti si sarebbe avvicinato a quasi il 13% del Pil. Resta da vedere quali reazioni provocheranno nel Paese queste decisioni, dal momento che quelle precedenti erano state contestate con uno sciopero generale.

Viste le previsioni di calo del Pil al 2,2% nel 2010, obiettivi fondamentali del premier greco Papandreou restano quelli di recuperare in competitività e riconquistare la fiducia dei mercati. Mercati che continuano a rimanere cauti sul lungo termine dopo i ripetuti allarmi lanciati dalla Pimco, il gigante dei fondi obbligazionari, che proprio oggi ha annunciato la riduzione nel suo portafoglio dela quota di obbligazioni governative da 35 al 33%. La strada maestra è ancora quella della riduzione dei salari. A dicembre il Governo greco aveva deciso tagli per 9,8 miliardi di euro, a cui era seguito un secondo aggiustamento dei conti a febbraio per 1,2 miliardi e infine, a marzo, la terza stretta da 4,8 miliardi voluta dalla Ue, che dovrebbe essere approvata in aula entro la settimana.

La manovra approvata oggi, prevede il taglio della quattordicesima e della tredicesima mensilità (del 30%), una nuova riduzione delle indennità salariali (complessivamente del 12%), il congelamento delle pensioni (che si aggiunge a quella di tutti i salari pubblici già annunciata) e aumenta l’Iva (dal 19% al 21%), eliminazione di tutti i bonus agli alti funzionari e manager, aumento delle imposte su alcool (+20%), sigarette (+65%), benzina (8 centesimi in più al litro), gasolio (3 centesimi) e beni di lusso (fra cui yacht, auto di grossa cilindrata, gioielli).

Con la nuova Finanziaria di austerità cresce l’Iva per le prestazioni di cliniche private, avvocati, notai e ufficiali giudiziari. Anche il rogito sarà più salato e gli interessi del prestito prima casa non più deducibili. Scatterà il redditometro per tutti, anche su piccoli appartamenti e utilitarie, con l’inclusione della partecipazione alle scuole private. Aumentati anche il prelievo sui bonus dei banchieri al 90% nonché il meccanismo per beneficiare dello scaglione tax-free fino a 12mila euro. Colpite poi le associazioni no-profit e della Chiesa, finora esentasse. Infine sarà varato lo “scudo fiscale” sul modello italiano per favorire, pagando il 5% di penale, il rientro dei capitali greci fuggiti all’estero. Il ritorno di capitali in patria sarebbe una boccata di ossigeno per le disastrate finanze elleniche. Secondo i dati della Banca centrale greca le banche commerciali hanno trasferito all’estero circa 10 miliardi di euro di risparmi greci nei primi due mesi del 2010.

Intanto la Commissione Ue lancia un pacchetto di proposte per rafforzare la sorveglianza sui bilanci, con eventuali sanzioni in caso di mancato rispetto degli impegni assunti. Del pacchetto fa parte la proposta del commissario agli affari economici, Olli Rehn, di creare all’interno dell’Eurozona un meccanismo “permanente” per gestire e risolvere le crisi come quella greca. L’idea della Commissione è dare attuazione piena all’articolo 136 del Trattato Ue che permette agli stati Eurozona di rafforzare il coordinamento e la sorveglianza della disciplina di bilancio; elaborare gli orientamenti di politica economica vigilando affinché siano compatibili con quelli adottati per l’insieme dell’Unione, e garantirne la sorveglianza.

Siamo solo alle prime battute di una decisione che dovrebbe essere presa fra diversi mesi. Oggi i commissari hanno affrontato una prima discussione sulla base di una bozza di Olli Rehn che chiederà una prima valutazione ai ministri delle Finanze europei nella riunione informale di primavera a Madrid venerdì e sabato. Dopo il confronto con i ministri, la Commissione presenterà delle proposte specifiche il 12 maggio.