La Borsa italiana sotto attacco della speculazione internazionale

Pubblicato il 25 Luglio 2011 - 19:48 OLTRE 6 MESI FA
Piazza Affari

Il Palazzo della Borsa a Milano (Foto LaPresse)

MILANO – La Borsa italiana è crollata: in questo lunedì dopo il no all’accordo sul debito americano, Piazza Affari ha fatto le spese della crisi. Per tutta Europa.

Milano è stata infatti la piazza peggiore del vecchio continente, cedendo il 2,47 per cento. A sprofondare sono stati soprattutto i titoli bancari: Unicredit ha perso il 7 per cento, Intesa SanPaolo l’8,3, Ubi Banca il 7,25, Banco Popolare il 7,8, Banca Mps  il 7,3, Fondiaria-Sai il 5,34. L’unica nota positiva arriva dal comparto auto, con Fiat Industrial che, dopo la presentazione dei conti, segna un +5,34 per cento.

In rosso anche le altre piazze europee, anche se molto meno di quella nostrana. Parigi ha ceduto lo 0,77 per cento, Londra ha chiuso praticamente invariata mentre Francoforte ha guadagnato lo 0,34 per cento.

Pesante, allineata con l’andamento di Milano, la Borsa di Madrid, arretrata del 2 per cento. I mercati azionari di Italia e Spagna hanno sofferto per il cattivo andamento di quelli obbligazionari, con gli spread tra i titoli governativi e il Bund tedesco a 10 anni in crescita. Il differenziale tra BTp e Bund a 10 anni si è impennato da 260 punti base a 293, quello tra i bond spagnoli e il Bund oltre i 310 punti.

Chiusura negativa anche per la Borsa di Shanghai, che in calo del 2,96 per cento, e quella di Tokio, con l’indice Nikkei, paniere dei 225 titoli guida, che ha registrato una flessione dello 0,81 per cento a 10.050,01 punti.

L’impasse sul debito americano ha portato l’oro a crescere ancora: a Singapore ha segnato un record toccando quota 1.614,19 dollari l’oncia,  in rialzo dell’1,4 per cento. Conseguenze anche sul dollaro, scambiato ad 1,44 euro, a 6,4450 yuan e a 0,8021 franchi svizzeri. Ad incidere sul rapporto di cambio è anche l’aspettativa di un ulteriore indebolimento della moneta statunitense.

Gli investitori sono preoccupati per gli effetti del nuovo piano di salvataggio della Grecia, dopo che oggi Moody’s ha tagliato ancora una volta il rating del Paese ellenico portandolo a un passo dal default. Ma naturalmente gli occhi di tutti sono puntati su Washington: se entro il 2 agosto repubblicani e democratici non troveranno un accordo sull’innalzamento del tetto al debito pubblico, il Paese rischierà àil default, che per il Fondo monetario internazionale potrebbe preludere ad un “forte shock”.