Elettrodomestici italiani in “fuga”: “Troppe tasse, andiamo in Polonia”

ROMA – Lavatrici, frigoriferi e lavastoviglie “made in Italy” si trasferiscono in Polonia. Questa è la minaccia dei grandi produttori di elettrodomestici per la casa italiani, se lo Stato non allevierà le pressioni fiscali. Dopo l’industria dell’auto questa è la manifattura nazionale più importante in Italia. Un trasferimento in Polonia lascerebbe senza lavoro ben 130 mila persone. Andrea Sasso, presidente della Confindustria Ceced, ha detto: “Delocalizzare? E’ una questione di sopravvivenza”. Le parole di Angelino Alfano a Porta a porta, che nella delocalizzazione vede la scelta di un guadagno maggiore da parte degli industriali italiani, sono contestate da Sasso: “Guadagnare? Mi dispiace che l’ex ministro non sappia come ormai la nostra redditività sia arrivata ai minimi e la Polonia ci appaia come il vero Paese competitivo rispetto all’Italia”.

La scelta della Polonia per la produzione è un’esigenza anche secondo Luigi Campello, amministratore delegato di Electrolux, che ha spiegato: “Dal 2007 ad oggi per il settore è stata una continua batosta. In Italia producevamo 6 milioni di frigoriferi l’anno e ora siamo a quota 3. Da 8.5 milioni di lavatrici siamo a quota 4.5 e anche le lavastoviglie si sono dimezzate”. Campello ha poi aggiunto: “Una volta ci rifugiavamo nell’illusione che i nuovi paesi produttori non avrebbero mai raggiunto il livello di qualità delle fabbriche italiane. Purtroppo non è più così. La qualità è grosso modo la stessa, ma il costo del lavoro è imparagonabile”.

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