Eni: al via la separazione “soft” da Snam Rete Gas

Pubblicato il 3 Marzo 2011 - 19:56 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Il governo sceglie la via più indolore per la separazione di Snam Rete Gas da Eni. Obbligato alla decisione dalle direttive europee in materia, già abbondantemente recepite nel mercato elettrico, dove con una manovra più incisiva la rete è stata scorporata da Enel e affidata a una società distinta e totalmente indipendente, cioè Terna, il consiglio dei ministri ha optato per la soluzione piu’ ‘soft’ della separazione funzionale della rete del gas.

La direttiva Ue dava infatti possibilità agli stati membri di scegliere tra tre opzioni per la separazione: la Ownership Unbundling (OU), appunto quella prevalsa nel mercato elettrico, l’Independent System Operator (ISO), in cui le imprese verticalmente integrate mantengano la proprietà delle reti affidandone però la gestione ad un soggetto terzo, e l’Independent Trasmission Operator (ITO), prediletta in questo caso.

In pratica, in base allo schema di decreto legislativo approvato in cdm, Eni manterrà il controllo di Snam, ma dovrà garantirne l’indipendenza decisionale e funzionale. Il decreto dà infatti tempo un anno, fino al 3 marzo del 2012, ad Eni per creare un nuovo veicolo societario, che resterà verticalmente integrato all’interno del cane a sei zampe, in cui far confluire Snam e la gestione della rete.

Il gestore dovrà poter godere di poteri decisionali effettivi e indipendenti per la gestione, la manutenzione e lo sviluppo del sistema di trasporto e potrà  raccogliere fondi sul mercato con prestiti o aumenti di capitale. Eni non potrà determinare in nessun modo il comportamento concorrenziale del gestore. E’ inoltre previsto che il gestore sottoponga all’approvazione dell’Autorità per l’energia tutti gli accordi commerciali e finanziari conclusi con l’impresa verticalmente integrata, cioé con l’Eni, ed è  fissato il principio di non ingerenza.

E’ inoltre prevista l’istituzione di un organo di sorveglianza, incaricato di nominare i responsabili della gestione, assumere le decisioni relative all’approvazione dei piani finanziari annuali e, a piu’ lungo termine, il livello di indebitamento e l’ammontare dei dividendi distribuiti agli azionisti. Una volta conclusa la procedura di separazione, ovvero dal 4 marzo dell’anno prossimo, scatteranno invece 5 anni di ‘sperimentazione’ del modello adottato, durante i quali l’Antitrust dovra’ verificare l’efficacia del modello adottato perché il ministero dello Sviluppo economico possa eventualmente introdurre misure aggiuntive.

Il ministero dovrà vigilare anche sul rispetto delle norme e dei tempi previsti tramite l’Autorità per l’energia che, in caso di inadempienza, potrà erogare sanzioni. Il modello scelto, peraltro preannunciato dal ministro dello Sviluppo economico Paolo Romani e sperimentato anche in paesi come Germania e Francia, e’ stato gia’ promosso sia dall’Eni che dall’Antitrust.