Fed non alza costo denaro: Cina, Ue e mercati troppo incerti

Fed non alza costo denaro: Cina, Ue e mercati troppo incerti (nella foto Ansa, la presidente della Fed, Janet Yellen)

WASHINGTON – La Banca centrale americana non si fida e lascia i tassi invariati: non si fida della Cina, non si fida dell’Europa, non si fida dei mercati che oscillano troppo. La Federal Reserve spiega questo concetto così: L’economia globale e gli eventi finanziari potrebbero frenare l’attività dell’economia. Tradotto: non c’è pericolo di una economia spregiudicata in cui il costo del denaro più alto serva a controbilanciare una politica di forti investimenti in Borsa (e quindi serva a evitare la bolla finanziaria).

Per questo la Fed lascia invariato il costo del denaro. I tassi restano fermi in una forchetta fra lo 0 e lo 0,25%. La decisione tuttavia non è stata presa all’unanimità. A votare contro è stato Jeffrey Lacker, il presidente della Fed di Richmond, che spingeva per un aumento di 0,25 punti. La Fed ha spiegato che l’inflazione resterà nel breve termine ai minimi e continuerà a salire gradualmente verso il 2% nel medio termine.

Perché si lasciano i tassi invariati? Vuol dire che la Banca centrale non si fida delle ripercussioni di un panorama economico ancora zoppicante (ad esempio la Cina compra di meno e rallenta, l’Europa stenta, gli stessi Stati Uniti sono in ripresa ma con salari molto bassi e precari). Alzare il costo del denaro è una mossa di rigore e oggi, ritiene evidentemente la Fed, non si è ancora pronti per farlo.

In sostanza, la Fed crede che la ripresa sia possibile, ma con moderazione, quindi meglio andarci coi piedi di piombo. Utilizzando una metafora un po’ volgare ma sicuramente efficace, è come se una persona che ha appena avuto problemi gastrointestinali mangiasse subito un bel piatto di fritti. Invece prima bisogna passare dal brodino.