Fiat: firmato accordo su Pomigliano. E’ scontro tra i sindacati, Pd dilaniato

Pubblicato il 29 Dicembre 2010 - 16:54 OLTRE 6 MESI FA

Linea di montaggio di motori Fiat

Fim, Uilm, Ugl metalmeccanici, Fismic, l’Associazione dei quadri Fiat e il Lingotto hanno firmato il nuovo contratto di lavoro per i 4.600 dipendenti dello stabilimento di Pomigliano, che a partire da gennaio 2011 saranno riassunti dalla Newco, sulla base dell’accordo di giugno che sblocca investimenti per 700 milioni per la produzione della nuova Panda. E’ arrivato quindi il sì al contratto su Pomigliano ma la vicenda, come già era stato per Mirafiori, ha visto ancora una volta la divisione netta tra i sindacati, con la Fiom che ha anche proclamato lo sciopero nazionale di 8 ore per il 28 gennaio 2011. Non solo. Il dibattito sull’accordo Fiat ha anche diviso per la prima volta drasticamente la sinistra e in particolare il Pd: tra chi si attesta su posizioni più vicine alla Fiom e chi, come Fassino e Chiamparino, ha invitato i lavoratori a votare sì al referendum.

Il nuovo contratto. L’accordo recepisce gran parte della parte normativa del contratto metalmeccanici applicandola all’attività di assemblaggio di auto. I punti salienti del contratto, che recepisce le intese del 15 giugno su Pomigliano tra Fiat e sindacati (con l’esclusione della Fiom), sono un incremento salariale medio di 30 euro lordi per dodici mensilità e un nuovo inquadramento professionale con la definizione di 5 gruppi professionali e di fasce intermedie che consentirà più facilità di promozioni. Sotto il profilo della rappresentanza sindacale, come previsto anche per Mirafiori, l’accordo ribadisce l’applicazione dello statuto dei lavoratori che prevede una rappresentanza alle sigle firmatarie dell’accordo. Con il nuovo contratto, verranno assunti già da gennaio alcune decine di lavoratori, principalmente impiegati e tecnici, nella newco che produrrà la nuova Panda. Gli altri lavoratori, in capo alla Giambattista Vico Plant, rimarranno in cassa integrazione con ore dedicate alla formazione. Il passaggio più consistente di lavoratori alla nuova società di Fiat è previsto tra maggio e giugno, mentre le riassunzioni si completeranno per la fine del 2011: nell’autunno dell’anno prossimo, infatti, è previsto l’avvio a regime della produzione della nuova Panda per la quale Fiat stima 1.200 veicoli l’anno.

Sciopero Fiom. Dopo non aver partecipato al tavolo con la Fiat e non aver dunque firmato l’accordo, la Fiom proclama lo sciopero generale. A proporlo al comitato centrale è stato lo stesso segretario generale dell Maurizio Landini. “La proposta che avanzo come segreteria – ha spiegato Landini – è che è necessario che questo comitato centrale decida oggi lo sciopero generale di tutti i metalmeccanici di 8 ore da collocare nella giornata del 28 gennaio con manifestazioni regionali”. Nel pomeriggio poi il comitato centrale ha recepito la richiesta di Landini con 102 voti a favore, nessun contrario e 29 astenuti. Il 28 gennaio sarà quindi sciopero nazionale di otto ore.

Lo sciopero, sottolinea Landini, è necessario contro “un attacco alla democrazia e ai diritti senza precedenti”. Landini parla di ”atti anti-sindacali, anti-democratici e autoritari della Fiat”, e della necessità di ”reagire a questo attacco se non si vuole un imbarbarimento sociale”. Il comportamento di Fiat, dopo gli accordi su Pomigliano e Mirafiori, aggiunge Landini, rappresenta anche “un pugno in faccia a Confindustria e Federmeccanica”. Il Lingotto, spiega, ”sta dicendo che nelle sue aziende quello che gli pare a prescindere dalle regole”.

Le divisioni del Pd. Le divisioni sull’accordo non riguardano però solo i sindacati. Ad essere diviso è soprattutto il centrosinistra che, pure, dovrebbe fare di questo tema la sua ragione sociale. Da Vendola a Di Pietro è tutto un gridare all’autoritarismo di Marchionne, al pericolo che corre la democrazia. Pieno sostegno alla Fiom, insomma. Nel Pd, invece, fa scalpore la presa di posizione di Fassino: “Fossi operaio voterei l’accordo di Mirafiori”. Con lui anche Chiamparino. L’ala torinese vuole salvaguardare i posti di lavoro, a tutti i costi. Per questo accetta la soluzione americana di Marchionne.

Landini al Pd: andate a lavorare alle catene di montaggio. Proprio sulla frase di Piero Fassino, replica il segretario della Fiom Landini: di fronte “al gioco di chi continua a dire cosa sarebbe se fosse un operaio della Fiat”, dice, “andate prima nelle catene di montaggio e vediamo se poi ragionate ancora nello stesso modo”.

Rispondendo a chi gli chiede “della posizione assunta da autorevoli rappresentanti del Pd”, con un riferimento a Piero Fassino e Sergio Chiamparino sull’accordo per Mirafiori, il leader dei metalmeccanici della Cgil aggiunge: “E’ legittimo che ognuno esprima il suo pensiero. Ma sarebbe utile che la politica prima di parlare di certe situazioni provasse a fare lo sforzo di mettersi nel punto di vista di chi deve lavorare, a mettersi nei panni di chi sta nelle catene di montaggio in certe condizioni, senza diritti e sotto ricatto per 1.300 euro al mese”.

Landini chiede alla politica “di capire che quello che Fiat sta facendo non e’ solo contro i lavoratori ma e’ contro il Paese”. E del governo dice: ”Quando va bene al massimo fa il tifo, e ovviamente per Marchionne. Di tutto questo la politica dovrebbe discutere”.