Fiat tiene duro, gli operai non tornano a lavorare. Ora però interviene anche il ministro del lavoro Altero Matteoli sulla vicenda dei tre lavoratori di Melfi licenziati e reintegrati dal giudice del Lavoro: ”Le sentenze vanno rispettate anche quando non ci fanno piacere”.
”Se il nostro è uno stato di diritto – ha detto il ministro al Meeting di Rimini – non lo può essere a fasi alterne. C’è una sentenza e va rispettata”.
Ancora una volta i tre, Giovanni Barozzino, Antonio Lamorte e Marco Pignatelli, si sono presentati davanti ai cancelli della fabbrica. Questa volta però sono rimasti davanti ai cancelli e hanno lanciato un appello al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, chiedendo di intervenire nella vicenda “per farci sentire lavoratori, uomini e padri”.
A sostenere la protesta dei lavoratori, all’indomani della denuncia presentata dalla Fiom contro Fiat, è intervenuta anche la Cgil per spingere l’azienda a fare tornare i tre alle file di produzione. Il vice segretario generale del sindacato, Susanna Camusso, secondo cui la Fiat “deve rispettare” la sentenza della magistratura sul reintegro degli operai di Melfi anche perché le ragioni fornite “sono pretestuose”.
Intervenendo alla trasmissione radiofonica Radio Anch’io la sindacalista ha spiegato: “C’è una sentenza esecutiva della procura di Potenza e la Fiat deve rispettarla. Non c’e nessuno che possa esimersi dal rispettare una sentenza della magistratura con nessuna motivazione e quelle peraltro fonite in questa occasione dalla Fiat sono del tutto pretestuose”. La Camusso ha quindi tenuto a precisare che “non c’e nessuna differenza tra quanto sostiene la nostra organizzazione di categoria e quanto sostiene la Cgil, perché appunto va fatto rispettare un diritto che è quello del reintegro dei lavoratori”. Replicando nel corso della trasmissione al leader della Cisl, Raffaele Bonanni, Camusso ha osservato: “Non penso che siamo caduti in una trappola, mi stupisce che un grande sindacato come la Cisl non capisca che se non si rispettano delle forme basilari che stanno alle origini delle relazioni sindacali non si può separare ogni pezzetto del percorso. Bisognerebbe dire alla Fiat – ha aggiunto – con la nettezza con cui va detto, che fa parte di un sistema, di un paese che ha delle regole e che quelle regole vanno rispettate da parte di tutti. E’ importantissimo che la Fiat investa, noi l’abbiamo chiesto, rivendicato e sostenuto e non abbiamo nessun dubbio. Ma si investa secondo le regole e rispettando il diritto dei lavoratori”.