Fisco, gettito sigarette giù del 5% nel 2013

Guerra dei prezzi su sigarette, a picco gettito fiscaleROMA – Non era mai successo, eppure il 2013 ha segnato anche questa inversione di tendenza: per la prima volta il gettito fiscale dei tabacchi è diminuito e di ben il 5%, provocando per le casse dello Stato un ammanco di quasi 550 milioni di euro.

Colpa della diffusione della sigaretta elettronica (la cui tassazione è aumentata solo nella seconda parte dell’anno), della crisi economica e dell’aumento dell’Iva, che ha portato ad un rincaro generalizzato e a due preoccupanti conseguenze: la nuova allarmante diffusione del contrabbando e la guerra dei prezzi anche in tabaccheria.

Per anni, finché l’economia ha registrato tassi di crescita più o meno forti, il sistema fiscale sulle sigarette ha sostanzialmente retto, nonostante gli aumenti delle accise che pure ci sono stati e il calo costante dei consumi. Tuttavia l’efficacia del sistema è andata con il tempo scemando, fino ad arrivare alla svolta dello scorso anno.

I dati del Dipartimento delle Finanze mostrano come, dal 2003 al 2012, seppur con alti e bassi, le entrate derivanti dai tabacchi siano costantemente aumentate. La media dell’incremento degli ultimi 10 anni è stata del 3,9%, ma lo scorso anno il calo è stato di ben il 4,9%.

La crisi economica e il contemporaneo aumento dell’Iva hanno portato ad una netta inversione del ciclo. Come i carburanti, i tabacchi pagano infatti l’Iva anche sulle accise, una sorta di tassa sulle tasse cioè, con un effetto moltiplicatore che ha avuto ripercussioni sui prezzi di vendita.

I listini dei pacchetti “tradizionali” sono inevitabilmente aumentati, spingendo i fumatori a spostarsi verso fasce di prezzo più basse, verso il tabacco puro e semplice, se non addirittura verso le sigarette di contrabbando, tornate ad assediare città come Napoli. Ne è nata una guerra dei prezzi al ribasso, portata avanti con politiche di mercato aggressive e prodotti commercializzati a 4 euro, con un effetto deleterio proprio sul gettito fiscale.

La struttura della tassazione in Italia è infatti proporzionale al costo, tale per cui ogni 10 centesimi di diminuzione di prezzo, lo Stato subisce una perdita di 8 millesimi. Gli effetti sul 2013 si sono già visti, ma il 2014 già si preannuncia come un altro anno difficile sul fronte fiscale.

Tra gennaio ed ottobre dello scorso anno, il segmento di prezzo più basso è passato da una quota di mercato dello 0,8% al 2,5% con quote tra il 4 e il 5% al Sud. Ai tassi di crescita del 2013, quest’anno le sigarette ‘super-light’ in termini di costo potrebbero quindi arrivare ad una quota di mercato su base nazionale del 10%.

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