Fmi, allarme credito: “Si contrae anche in Italia e Spagna”

Pubblicato il 17 Aprile 2013 - 15:56| Aggiornato il 23 Gennaio 2023 OLTRE 6 MESI FA

WASHINGTON – Allarme del Fondo Monetario Internazionale: il credito alle piccole e medie imprese si sta contraendo rapidamente in Italia e Spagna. Colpa delle incertezze macro-economiche, ma anche delle restrizioni nell’offerta di credito. Nei Paesi dell’area euro, sottolinea l’Fmi,  il credito dall’inizio della crisi si è ridotto del 5% ”affamando le piccole e medie imprese e bloccando la ripresa economica”.

Per l’Italia una nota positiva, però, c’è: il sistema bancario italiano, dice l’Fmi, è solido, ha un livello di capitale adeguato e gli stress test hanno mostrato che il capitale è sufficiente ad affrontare lo scenario peggiore.

Il flusso di credito verso le pmi va migliorato e le difficoltà di credito da parte delle imprese devono essere una priorità per assicurare che il sistema finanziario sia in grado di facilitare la ripresa economica, chiede l’Fmi, secondo cui una delle strade da perseguire è quella di ridurre i pagamenti arretrati del governo. L’Italia, sottolinea l’Fmi, ha annunciato un’iniziativa per accelerare il pagamento di 40 miliardi di euro di arretrati.

Nella “periferia” dell’area euro ci sono problemi di credito nonostante i miglioramenti del mercato, aggiunge l’Fmi: le aziende hanno un eccesso di debito che va ridotto perché pone rischi alle economie e alla stabilità finanziaria. ”I miglioramenti sui mercati finanziari e i progressi in termini di stabilità finanziaria potrebbero non essere sostenibili se non verranno affrontate alcune criticità”, e ai vecchi rischi ereditati con la crisi, si affacciano nuovi rischi.

”Gli investitori internazionali sono tornati in forza sui mercati del debito sovrano’‘ dei Paesi periferici dell’Eurozona. ”Ma la situazione resta fragile come dimostrato dalla recente volatilità seguita alle elezioni italiane”.

Le banche europee, impegnate a rivedere il modello di business e a ridurre la dipendenza dai fondi ‘wholesale’, potrebbero ridurre i propri asset di 1.500 miliardi di dollari. Le banche nelle economie avanzate hanno preso misure significative per ristrutturare i loro bilanci, ma i progressi sono differenziati. ”Il processo è quasi completato negli Stati Uniti, ma richiede ulteriori sforzi in alcune banche Ue”, sottolinea l’Fmi. La politica monetaria degli istituti centrali deve restare accomodante, chiede l’Fmi.  Nell’eurozona la priorità dal punto di vista finanziario è riparare i bilanci delle banche e muoversi verso l’unione bancaria e l‘autorità unica di vigilanza.

Le condizioni finanziarie sono migliorate negli ultimi sei mesi ma restano sfide da affrontare nel medio termine: senza risolverle i rischi possono riemergere. Fra i rischi c’è la possibilità che la crisi finanziaria si trasformi in una fase più cronica, caratterizzata da un deterioramento delle condizioni e instabilità finanziaria.