Fonsai, chiusa indagine sul “papello”. Nagel e Ligresti verso processo

di Redazione Blitz
Pubblicato il 14 Novembre 2014 - 19:44 OLTRE 6 MESI FA
Fonsai, chiusa indagine sul "papello". Nagel e Ligresti verso processo

Fonsai, chiusa indagine sul “papello”. Nagel e Ligresti verso processo. Nella foto Alberto Nagel (LaPresse)

MILANO – Chiuso il filone di indagini su Fonsai nei confronti dell’amministratore delegato di Mediobanca Alberto Nagel e di Salvatore Ligresti. I due sono accusati di ostacolo all’attività di vigilanza della Consob in relazione alla vicenda del cosiddetto ‘papello’. L’avviso di conclusione dell’inchiesta è stato notificato nel pomeriggio di venerdì 14 novembre.

Il filone di indagine a carico dell’ad di Piazzetta Cuccia e di Ligresti era nato nell’estate del 2012 nell’ambito della più ampia inchiesta del pm Orsi sul gruppo dell’immobiliarista di Paternò.

L’inchiesta vede al centro il presunto patto segreto, che sarebbe stato siglato il 17 maggio 2012, nella sede del gruppo Compass tra Nagel e Salvatore Ligresti. Un’intesa finalizzata, secondo l’accusa, ad assicurare alla famiglia siciliana, responsabile del dissesto del gruppo assicurativo Fonsai, una lauta buonuscita – circa 45 milioni di euro per le quote in Premafin più una serie di benefit per l’ingegnere e i suoi tre figli Paolo, Jonella e Giulia – nell’ambito del piano di salvataggio predisposto da Unipol per Fonsai.

Nagel, dopo aver ricevuto un invito a comparire, il primo agosto 2012 si era presentato davanti al pm, presso la sede del Nucleo di polizia tributaria della Gdf di Milano, ed era stato interrogato per diverse ore. Come specificato nel capo di imputazione, gli investigatori hanno trovato il cosiddetto ‘papello’ custodito nella cassaforte dell’avvocato Cristina Rossello, segretaria del patto di Mediobanca.

Nel foglio sottoscritto dall’ingegnere siciliano e siglato dall’amministratore delegato di Mediobanca, l’ex patron di Fonsai e i suoi figli elencavano i benefici che avrebbero desiderato fossero loro riconosciuti, in vista della loro uscita dal controllo di Fonsai: 45 milioni per la cessione del 30% di Premafin, il riconoscimento ai tre figli di Ligresti e allo stesso Salvatore di 700 mila euro a testa per cinque anni, nonché incarichi, consulenze, benefit altri vantaggi come le vacanza gratuite al Tanka Village in Sardegna sotto forma di pagamento dell’affitto degli appartamenti all’interno del complesso turistico.

Le accuse del pm. L’ “accordo” tra l’ad di Mediobanca Alberto Nagel e Salvatore Ligresti “non era comunicato alla vigilanza di mercato e anzi era tenuto nascosto mediante consegna all’avv. Cristina Rossello, segretario del patto di sindacato di Mediobanca” secondo il pm di Milano Luigi Orsi. Secondo quanto riportato nell’avviso di conclusione delle indagini  in presenza di una “situazione” nella quale “il salvataggio del gruppo Premafin spa/Fondiaria Sai spa era rappresentato come operazione dalla quale la famiglia Ligresti non avrebbe ricevuto alcun beneficio economico”, il 17 maggio 2012 l’ad di Piazzetta Cuccia e l’ingegnare di Paternò “siglavano un documento manoscritto”.

Si tratta del cosiddetto ‘papello’ intestato, come si legge sempre nell’atto di chiusura, con la dicitura “accordi tra famiglia e Nagel, Pagliaro, Cimbri, Ghizzoni”.

Nel manoscritto, “acquisito agli atti”, figurano “elencate una serie di utilità – scrive il pm – da riconoscere ai membri della famiglia Ligresti”. Utilità che vengono così indicate nell’avviso di conclusione indagini, che ricalca il contenuto dell’accordo: “l’importo di euro 45 milioni netti per il 30% di Premafin, ai quattro (ossia all’ingegnere e ai tre figli, ndr) 700 mila euro all’anno per cinque anni a testa, J. (Jonella Ligresti) buonuscita per la carica, G. (Giulia Ligresti) buonuscita + consulenza in Compagnie Monegasque, P. (Paolo Ligresti) buonuscita o mantenimento della dirigenza nella società svizzera, Ing. (Salvatore Ligresti) contratto con Hines, uso gratuito per cinque anni uffici Milano Locatelli e Repubblica e Roma piazza di Spagna, segreterie attuali, autisti attuali, foresterie Milano e Roma, auto attualmente utilizzate, affitto per cinque anni appartamenti al Tanka, Fondazione Giulia con attuale dotazione, uso Cesarina e Cascina di Milano”. Un “accordo” che, specifica il pm, venne “tenuto nascosto” da Nagel e Ligresti.