Frequenze tv e asset telecomunicazioni: Consiglio dei ministri approva norme Ue

ROMA – Il Cdm ha esaminato due decreti legislativi di recepimento della normativa comunitaria in materia di telecomunicazioni e televisione che modificano il Codice delle comunicazioni elettroniche. Con il primo decreto si introduce, tra l’altro, la possibilita’ per le autorita’ di regolamentazione di imporre la condivisione di facilities di telecomunicazioni, come edifici, antenne, cavidotti eccetera, nonche’ l’adozione di principi di neutralita’ tecnologica, elemento che apre la strada al riutilizzo di alcune frequenze detenute da Rai, Mediaset e H3g.

Il primo decreto legislativo, si legge nel comunicato di Palazzo Chigi, recepisce la normativa europea in materia di reti e servizi di comunicazione elettronica, di accesso alle reti di comunicazione elettronica e risorse correlate e all’interconnessione delle medesime, di autorizzazioni per le reti e i servizi di comunicazione. Le modifiche sono finalizzate a promuovere investimenti efficienti e innovazione nelle infrastrutture di comunicazione elettronica, ad esempio introducendo la possibilita’ per le autorita’ nazionali di regolamentazione, di imporre la condivisione di facilities di comunicazione elettronica o di ‘proprieta”, tra cui: edifici ed accesso ad essi, cablaggio negli edifici, antenne, torri, cavidotti, nonche’ elementi di rete non attivi.

In sostanza, quindi, si da’ la possibilita’ all’Autorita’ per le telecomunicazioni di obbligare gli operatori a condividere alcuni asset, per facilitare lo sviluppo delle reti di nuova generazione, settore nel quale l’Italia e’ ancora in grave ritardo. Per quanto riguarda invece le frequenze, a determinare il nuovo scenario e’ il punto in cui si dice che si intende ”promuovere una gestione efficiente flessibile e coordinata dello spettro radio, anche attraverso l’introduzione dei principi di neutralita’ tecnologica e dei servizi”.

In sostanza vuol dire che, sotto il controllo delle Autorita’ competenti e nel quadro del piano nazionale di ripartizione, si potra’ trasformare la destinazione d’uso delle frequenze: una possibilita’, questa, che potrebbe essere colta da Rai, Mediaset e H3g, detentrici di frequenze DVBh (per la trasmissione di canali tv sui telefonini), per le quali non c’e’ tuttavia mercato e che potrebbero quindi essere utilizzate per la tv digitale terrestre tradizionale. Il decreto mira poi a rafforzare i diritti degli utenti in materia di trasparenza nei rapporti con i fornitori di servizi, equiparare il piu’ possibile i diritti dei disabili in materia di comunicazioni elettroniche (ad esempio garantendo un accesso equivalente a quello degli altri utenti anche ai servizi pubblici di telefonia vocale tramite la connessione di rete), rafforzare le prescrizioni in tema di sicurezza e riservatezza delle comunicazioni.

Tra le finalita’ del secondo decreto esaminato, invece, figurano una maggiore tutela dei consumatori contro le violazioni dei dati personali e lo spam. In particolare, spiega la nota di Palazzo Chigi, ”la privacy dei cittadini europei diventa una delle priorita’ delle nuove regole del settore. Nomi, indirizzi e-mail e informazioni bancarie dei clienti dei fornitori di servizi di telecomunicazioni e di accesso ad Internet e, in particolare, i dati su ogni telefonata e sessione in rete devono essere tenuti al sicuro da un uso indesiderato, accidentale o fraudolento. Gli operatori devono rispondere della responsabilita’ che deriva loro dalla elaborazione e memorizzazione di queste informazioni”. A tal scopo, per la prima volta in Europa, le nuove norme introducono notifiche obbligatorie per le violazioni dei dati personali.

Inoltre, le norme in materia di privacy e protezione dei dati vengono rafforzate, ad esempio in merito all’uso dei ‘cookies’ (stringhe di testo che memorizzano le scelte di navigazione degli utenti) e sistemi simili. Gli utenti di Internet dovranno essere maggiormente informati sull’esistenza di tali cookies e su cio’ che accade ai loro dati personali; in tal modo potranno esercitare piu’ facilmente un controllo su di essi.

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