Gemelli Winklevoss, gli anti-Zuckerberg, vogliono un fondo per scambiare bitcoin

di Francesco Montorsi
Pubblicato il 10 Luglio 2013 - 06:17 OLTRE 6 MESI FA
Gemelli Winklevoss, gli anti-Zuckerberg, vogliono un fondo per scambiare bitcoin

I gemelli Winklevoss (foto Lapresse)

LOS ANGELES – I gemelli Winklevoss vogliono convincere i regolatori americani ad approvare un inedito strumento finanziario, un fondo che permetterà di scambiare con facilità i bitcoin – una controversa moneta che esiste esclusivamente nel mondo virtuale.

La fronte alta, la mascella squadrata, gli occhi chiari, il fisico da sportivi, i gemelli Winklevoss avrebbero potuto essere attori di Hollywood. E Hollywood li ha anche rappresentati allo schermo, facendo conoscere la loro storia al grande pubblico nel film the Social Network. I Winklevoss sono stati resi celebri dal contenzioso giuridico per furto di proprietà intellettuale che li ha opposti al fondatore di Facebook Mark Zuckerberg, loro compagno di studi all’epoca di Harvard.

I Winklevoss sono tornati a far parlare di sé, negli ultimi mesi, per i loro progetti legati alla controversa moneta virtuale dei bitcoin. I gemelli americani hanno fatto richiesta alla Sec americana (l’equivalente della Consob) di autorizzare un fondo di investimento per permettere scambi di bitcoins, la “cripto-moneta” informatica. Qualora l’offerta pubblica iniziale venisse lanciata, gli investitori potranno comprare e vendere bitcoin con la stessa semplicità con cui si scambiano azioni o commodity. Un’azione – i Winklevoss ne metteranno all’asta un milione – equivarrà ad un quinto di bitcoin.

I bitcoin sono una controversa e complessa moneta virtuale che, a differenza delle valute tradizionali, non ha esistenza fisica, è scambiata esclusivamente su internet ed è generata automaticamente, attraverso una complessa formula matematica, da un network di computer. Nell’aprile del 2013, i bitcoin avevano occupato le pagine dei giornali quando il loro valore di scambio era passato, nel giro di qualche ore, da 110 a 250 dollari per un bitcoin. I Winklevoss sono tra i più energici sostenitori della nuova moneta ed hanno dichiarato di possedere l’1% della totalità dei bitcoin esistenti sul mercato.

La loro operazione finanziaria si inserisce in un più ampio tentativo di diffondere i bitcoin e di assicurarne la longevità. I regolatori finanziari americani hanno recentemente proibito gli scambi di un’altra, meno nota moneta virtuale, Liberty Reserve. Il MtGox – la principale piazza finanziaria, basata a Tokyo, su cui si scambiano i bitcoin – ha dovuto recentemente piegarsi alle norme antiriciclaggio americano dopo che i regolatori del Tesoro avevano provveduto a bloccarne alcuni conti.

Il successo dell’operazione dei Winklevoss non è scontato. Il Tesoro americano potrebbe impedire il lancio dell’offerta pubblica. E’ conosciuta l’intrinseca pericolosità dei bitcoin. Poiché le transazioni sono rigorosamente confidenziali, la moneta permette l’irrintracciabilità delle operazioni e può favorire le attività criminali.