Governo: piovono carezze elettorali, ma destra e sinistra non passano la “prova Napolitano”

di Mino Fuccillo
Pubblicato il 5 Maggio 2011 - 15:22 OLTRE 6 MESI FA

Il presidente della Repubblica Napolitano (Lapresse)

ROMA – Giorgio Napolitano, decenni di militanza politica a sinistra, ha pubblicamente dubitato, addirittura da capo dello Stato, che la sinistra politica oggi in Italia sia “affidabile, credibile, praticabile”. Napolitano non ha detto e neanche pensa che la sinistra, Pd per primo nonostante Bersani e il partito facciano finta di non sentire, è totalmente o geneticamente priva di queste tre qualità. Ma ha detto che, se le possiede, le possiede in quantità non sufficiente e senza costanza. Per dirla con il presidente della Repubblica, la sinistra non sempre e non tutta mostra “di avere capacità di governo”. E qui, più che con il Pd, Napolitano ce l’ha con quel tanto che si muove, distrugge e forma a sinistra del Pd: ieri Rifondazione, oggi Vendola. E ancora: non sempre “si scrolla da dosso il sospetto di volersi insediare al potere come alternativa senza alternativa”. Non è un gioco di parole quello di Napolitano, è invece il diplomatico dire di chi aspetta che cada Berlusconi e altro da dire al paese non ha. Riguarda molto della sinistra, non solo i partiti, ma anche i “popoli”, viola o di altro colore, i “movimenti”, gli intellettuali… Riguarda anche l’Idv di Di Pietro, anche se lui ha reagito con imbarazzante auto scusa: “E non mica siamo di sinistra, che ci azzecca la critica alla sinistra con noi?” Non sempre, ci ragiona sopra Napolitano: “Si è in grado di operare una valutazione realistica e perciò convincente degli obiettivi da raggiungere”. E qui ogni riferimento alla “filosofia Cgil”, se non esplicitamente voluto, è certamente azzeccato.

Affidabile, credibile, praticabile: sottoponiamole alla “prova Napolitano” entrambe, la sinistra e la destra italiane, la maggioranza di governo e l’opposizione. Facciamo ad entrambe l’esame Napolitano, la giornata si presta, è un giorno in cui il governo si è mosso, esposto, impegnato. Può quindi essere sottopossto al triplice testo dell’affidabilità, della credibilità, della praticabilità. E’ “praticabile” il metodo di governo Berlusconi-Tremonti in quel che più interessa e che alla fine decide: l’economia? Sì, è un metodo praticabile. Infatti lo praticano con regolarità quasi monotona e con discreta efficienza. Si annunciano “frustate” al sistema economico, grandi e decisive avanzate del bene e del meglio. Che poi si riducono a gentili e mirate carezze per buone fette di elettorato e qualche lobby di interessi più “piazzata” e robusta di altre. Carezze, nulla di più, nulla di meno. Ma carezze. Non risolvono, non guariscono. Però coccolano ed è questo si vuole e si può prima delle elezioni, si vota tra dieci giorni.

Carezza per chi ha un mutuo sulla casa: per 150mila euro del debito contratto può passare a rata fissa se teme la rata crescente del tasso variabile. Nessuno gli regalerà nulla, non la banca e neanche il governo: se passa a rata fissa mentre i tassi salgono, il tempo del suo mutuo si allunga e lui paga tutti gli interessi. Paga tutto e qualcosa di più, ma gli sembra di prendere fiato, ed è contento della carezza, soprattutto se il suo reddito reale è uguale a quello che dichiarato per stare dentro alla carezza di governo: 30mila euro l’anno. Carezza per chi ha una casa tutta sua e non in condominio: può “allargarsi” del 20 per cento in nuove mura e pareti.

Carezza per gli stabilimenti balneari e i loro gestori-padroni. Il governo stabilisce: chi ci sta oggi padrone della spiaggia, sgravi fiscali, sud, assunzioni, precari, scuola, ci resta per 90 anni. La perfida Europa voleva introdurre concorrenza, se ne riparlerà nel prossimo secolo.

Carezza per imprenditori e sindacati: 300 euro al mese di sgravio fiscale per i prossimi tre anni per chi nei prossimi dodici mesi assume un lavoratore al Sud. Per assumere ci vorrebbe un’azienda, un mercato, qualcosa da produrre sapendo a chi venderlo. A Sud di questa roba ce n’è poca, però la carezza tocca quel poco che c’è e male non fa.

Carezza per 65mila insegnanti precari della scuola: li assume prima che facciano causa, tanto li si pagava già lo stesso prima, 65mila stipendi è più o meno il monte annuo di supplenze e sostituzioni varie.

Carezza, anze carezze alle imprese: credito di imposta al 90 per cento per investimenti in ricerca nei prossimi due anni e solenne giuramento che i controlli fiscali e burocratici saranno al massimo ogni sei mesi e non possono durare più di 15 giorni.

Carezza anche ad un vasto mondo in cui abitano sia imprese efficienti che imprenditori e politici discutibili: si può dare appalto pubblico senza gara per spese fino ad un milione di euro, prima era la metà. E “carezzona”, anche se non  bene accolta, alla lobby del fotovoltaico: gli incentivi calano sì, ma con il misurino.

Dunque carezze, prima delle elezioni. E poi subito dopo non batosta o stangata, ma “buffetto”: sette miliardi di manovra, soldi da trovare, da togliere. Carezze e buffetti: il metodo è “praticabile”.

E’ anche “credibile”? Più o meno la gente ci crede, comunque ci sta. Però se “credibile” è nel campo di gioco della pubblica opinione, il metodo credibile non è nel più vasto campo dell’economia. E’ il metodo del sopravvivere, sperando non arrivi mai, proprio mai il giorno dei conti veri della spesa pubblica troppa e del poco Pil. E affidabile, è affidabile il metodo di governo? Affidabile proprio no, o almeno è tanto affidabile quanto sicuro è un canotto sgonfio in mezzo al mare. Praticabile, poco credibile, non affidabile è il metodo e pure la sostanza del governo, della maggioranza, della destra.

E la sinistra, l’opposizione? Alla “prova Napolitano” risulta asimmetricamente speculare. E’ “credibile” la sinistra? E perchè no? La gente ci crede che tutta la spesa pubblica possa essere salvata, che di spesa pubblica possa essere fatta la nuova occupazione. E il ceto politico della sinistra, sia pure con tutti i guai che ha e mostra quanto anche a qualità, è certamente più credibile dei “Responsabili” e di tre quarti di Pdl che compongono non solo quel che Tremonti chiama “il partito della spesa”, ma un vero e proprio partito della spesa pazza. In un mondo di ciechi, anche la sinistra “orba” è aquila credibile. E’ poi “affidabile” la sinistra? A guardarla dividersi sempre mica tanto, però il senso dello Stato ce l’ha e l’ha mostrato quelle poche volte che ha governato. Si può dire che la sinistra nel suo complesso affidabile non appare e non è, ma affidabile poi risulta nella sua espressione governativa, almeno più della destra. Però “praticabile” la sinistra e il suo metodo non sono: sempre miscelano tasse e spesa come alfa e omega del loro orizzonte e programma. E tasse non se ne possono mettere più e spesa non può più essere fatta a debito. Quindi la sinistra, relativamente più credibile e affidabile della destra, è portatrice di un impraticabile metodo di governo.

Qui si parla di economia e solo economia. Di lavoro, tasse, spesa, Stato sociale… Il resto per oggi resta fuori dal conto.