ROMA – Raccomandazioni Europa, un’altra volta scritte a Roma. Imu 2013, Iva… La Ue cancella la procedura d’infrazione all’Italia sul deficit ma pone delle condizioni. Attraverso sei raccomandazioni ufficiali l’Europa ci concede un po’ di respiro sui vincoli di bilancio e un po’ di agibilità nella politica economica (a partire dal 2014) ma chiede tasse su consumi e patrimoni.
I funzionari europei preposti avrebbero anche potuto scrivere: non vi azzardate a rinunciare al gettito Imu, non pensate di rimangiarvi l’aumento dell’aliquota Iva programmato a luglio. Più le solite raccomandazioni generiche per fare un po’ di liberalizzazioni, sostenere formazione, istruzione ecc…
Come nella famosa lettera della Bce del 2011 indirizzata al governo Berlusconi c’è il sospetto che le impronte rinvenute sulla firma del mittente non conducano a Bruxelles ma, come tutte le strade, a Roma. Un documento di una istituzione sovranazionale di indirizzo, dovrebbe definire contesto e obiettivi, ma lasciare ai singoli stati la scelta sulle misure da adottare.
Sta all’Italia, insomma, decidere quale tassa eliminare o introdurre, quale categoria privilegiare o penalizzare. La lettera della Bce menzionava specificamente pensioni e articolo 18 ma fu frettolosamente giudicata l’atto d’accusa finale al governo Berlusconi, la condanna a morte di un esecutivo commissariato (Monti all’epoca evocava “Il podestà forestiero”).
I fatti dimostrarono che l’ingiunzione della Bce a mettere le mani su pensioni e articolo 18 costituivano l’alibi per contenere il recalcitrante alleato Bossi e far sopravvivere il governo. Mario Draghi in cambio avrebbe impegnato la Bce a raccattare quanti titoli di stato italiani servivano a far scendere lo spread e calmare i mercati. Con il risultato che il ministro dell’Economia Tremonti che con Draghi nemmeno ci parlava, era tenuto all’oscuro di quanto concordavano Bce e Berlusconi, via Brunetta, tesoriere ombra (tutti i retroscena furono confermati dallo stesso Tremonti e indirettamente da Brunetta ).
La storia sembra ripetersi oggi: a Berlusconi, che dovrà far digerire in qualche modo ai suoi elettori il ripensamento sostanziale sull’abolizione dell’Imu, serve ancora un altolà esterno e autorevole. Al massimo potrà accettare l’abolizione della tassa per quasi tutte le prime case ma al prezzo di addossare tutto il carico del gettito atteso (la copertura è di due mld) sulle case di pregio (e anche sui consumi, oggi Libero titola significativamente “Iva su, Pdl giù”).
Nella raccomandazione Ue che discetta di immobili si allude a un preciso piano di armonizzazione tra riforma del catasto, indicatori di ricchezza (Isee) dichiarazione dei redditi. E’ la fotocopia della “service tax”, la terza via tra l’abolizione Imu versione Brunetta e l’aumento delle detrazioni fino a 450 euro del Pd. Proprio oggi arriverà sul tavolo del ministro dell’Economia Saccomanni: inizia l’iter, la corsa contro il tempo, per fare la riforma dell’Imu entro il 31 agosto, ma a saldi invariati.
La circostanza che la seconda raccomandata non dica nulla su quelle riforme tanto pressantemente attese dalla lettera precedente è indicativa: le riforme Fornero, alla cui demolizione partecipano entusiasti tutti, hanno raggiunto un qualche obiettivo? E se la risposta è no, oggi non fa più niente?