Imu e Tares, Confartigianato: “Salasso per le imprese”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 27 Agosto 2013 - 10:41 OLTRE 6 MESI FA

Imu e Tares, Confartigianato: "Salasso per le imprese"ROMA – “Un prelievo maggiore dalle tasche degli italiani per 14,5 miliardi, dovuto al passaggio da Ici a Imu. Pagato, oltre che dalle famiglie, in buona parte dagli imprenditori“. E’ il conteggio realizzato da Confartigianato, che in vista della partita finale sull’Imu ha calcolato l’impatto dei due tributi per imprese e famiglie.

Secondo l’Associazione degli artigiani, nel corso del 2012 gli imprenditori italiani hanno pagato 9,3 miliardi di balzello sugli immobili produttivi. Hanno così contribuito per il 39,1% al gettito complessiva da 23,7 miliardi generato dalla tassa sulla casa l’anno scorso. Dall’abitazione principale è stato raccolto il 17% del gettito totale. Confartigianato aggiunge che dal gennaio scorso l’imposta municipale sui capannoni è ancora più costosa, in seguito all’aumento automatico “da 60 a 65 del moltiplicatore da applicare alle rendite catastali per gli immobili produttivi” scattato a inizio 2013. Il prelievo dell’Imu è così salito dell’8,3%, “491,2 milioni di euro di maggiori tasse per le aziende italiane”.

Passando alla Tares, “l’applicazione del nuovo tributo su rifiuti e servizi provocherà un aumento medio di 26 euro per abitante”, il 17,6% in più rispetto a quanto avviene con le tradizionali Tarsu e Tia. “I rincari della Tares”, spiega Confartigianato, “andrebbero a sommarsi ai continui aumenti registrati in questi anni dalle tariffe dei rifiuti: tra marzo 2012 e quello scorso sono cresciute del 4,9%”. Considerando il periodo della crisi, cioè dal 2008, l’aumento è in doppia cifra: +22,1%, che diventa +56,6% negli ultimi dieci anni. Se si guarda all’Eurozona, secondo le stime degli artigiani le tariffe dei rifiuti sono aumentate dell’11,5% negli anni della crisi e del 32,2% negli ultimi dieci anni, a un ritmo cioè ben inferiore rispetto all’Italia.

Confartigianato specifica che in alcuni casi la nuova Tares – che penalizza maggiormente determinati rifiuti prodotti – sarebbe un vero e proprio salasso: come gli artigiani “della pizza al taglio operanti in piccoli comuni”. Con il passaggio dalla Tarsu alla Tares “subirebbero rincari del 301,1%”. Bastonati anche i pasticceri (+181,7%) e i piccoli produttori di pane e pasta (+93,6%). Per il presidente Giorgio Merletti “gli imprenditori non possono sopportare ulteriori aumenti di pressione fiscale, né l’incertezza su tempi e modalità di applicazione dei tributi”.