Ipertariffazione dinamica, cioè ti profilo (in alto) il prezzo di hotel, aereo…

di Alessandro Camilli
Pubblicato il 10 Febbraio 2020 - 09:06 OLTRE 6 MESI FA
Ipertariffazione dinamica, cioè ti profilo (in alto) il prezzo di hotel, aereo, bed & breakfast...

Ipertariffazione dinamica, cioè ti profilo (in alto) il prezzo di hotel, aereo… (nella foto d’archivio Ansa, un pc)

ROMA – Ipertariffazione dinamica, chi era costei? Anzi chi è? E’ la nemica, l’ultima e più acerrima, dei viaggiatori di tutto il mondo. Quella a cui devono maggiori incassi gli albergatori e le compagnie aeree e maggiori esborsi chi vuol fare un week end o una lunga vacanza. E il paradosso è che siamo proprio noi, gli utenti, quelli che stanno pianificando o sognando un viaggio a fornirgli gli strumenti per farci pagare di più.

“Hyper-dynamic pricing”, il termine è stato coniato da Angela Zutavern di AlixPartners nel suo libro, citato dal New York Times, “The Mathematical Corporation”, e altro non è che l’evoluzione del “dynamic pricing” che avevamo imparato a conoscere in passato. Fino al 2017-2018 le compagnie e gli hotel si basavano molto sul suddetto “prezzo dinamico” che a sua volta basava le tariffe sulla combinazione della classica regola della domanda/offerta, aggiungendoci i precedenti storici e i dati stagionali (a Capodanno costa di più, dopo il 6 gennaio di meno).

Il prezzo di voli e letti cambiava dunque a seconda di un limitato numero di variabili gestite in parte anche dall’intervento umano. Una pratica ‘contro’ cui gli aspiranti viaggiatori avevano fatto gli anticorpi, grazie ai molti siti in grado di monitorare queste fluttuazioni e offrire la migliore soluzione, la più economica, a chi stava progettando un viaggio. Ma la tariffazione dinamica si è evoluta, è diventata iper e, liberandosi della zavorra umana, ha inglobato migliaia di variabili in grado di far cambiare i prezzi decine di volte al giorno e tagliarli, anzi, sul singolo viaggiatore. Indispensabile in questo sono i Big Data e l’intelligenza artificiale che ha sostituito l’uomo e al suo posto è in grado di analizzare anche l’attività sul web degli utenti.

“Non è elegante dirlo ma senza volerlo sono proprio i nostri potenziali clienti a dirci di far pagare loro di più i nostri voli”, ha confidato al Corriere della Sera un dirigente di Revenue management, una delle più grandi low cost d’Europa. Così ora gli algoritmi pescano le informazioni che determinano i prezzi non solo dal calendario, ma dal web e anche dai social e, in tempo reale, i grandi eventi geopolitici e locali, le previsioni meteo, i trending su Google, Twitter e Instagram, gli appuntamenti sportivi o musicali contribuiscono a determinare il costo di aerei, treni e hotel. Così come anche la nostra attività su internet, le ricerche fatte, la pagine viste e i post pubblicati.