Italia, stipendio medio sotto i 1300 euro

Pubblicato il 28 Maggio 2011 - 16:22 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Lo stipendio netto di un italiano in
media non supera i 1.300 euro mensili, una cifra che nasconde,
pero', la forte differenza che c'e' tra uomini e donne, con le
lavoratrici che hanno retribuzioni piu' basse del 20%. Ancora
peggio va per gli stranieri, che ricevono una busta paga sotto i
mille euro. I giovani, invece, scontano il fatto di essere
neo-assunti e nei primi due anni di lavoro il salario medio e'
di appena 900 euro.
E' questa la fotografia scattata dall'Istat sulle
retribuzioni nette mensili per dipendente nel 2010. Nel Rapporto
annuale sulla situazione del Paese, l'Istituto calcola, infatti,
che lo stipendio medio di un cittadino italiano e' di 1.286
euro, frutto di una ricompensa di 1.407 euro per i lavoratori e
di 1.131 euro per le lavoratrici; in altre parole le donne sono
pagate un quarto in meno. Sugli stranieri la riduzione e' ancora
piu' forte, visto che la busta paga si ferma a 973 euro (-24%).
A riguardo l'Istat spiega che ''in confronto al 2009, lo
svantaggio degli stranieri e' divenuto ancora piu' ampio''.
Oltre al genere e al passaporto, un'altra differenza sul peso
delle retribuzioni la fanno gli anni di lavoro: all'inizio della
carriera si parte sotto i 900 euro superando la soglia dei mille
solo dopo 3-5 anni di servizio e il tetto dei 1.300 compiuti i
20 anni di attivita'.
D'altra parte, emerge sempre dal rapporto annuale dell'Istat,
la spesa che lo stato italiano indirizza agli aiuti al reddito
e' inferiore rispetto alle quote sborsate nel resto d'Europa.
Nel volume si legge, infatti, che ''l'Italia si colloca
all'ultimo posto tra i paesi Ue per le risorse destinate al
sostegno del reddito, alle misure di contrasto della poverta' o
alle prestazioni in natura a favore di persone a rischio di
esclusione sociale''.
Stando a dati del 2008, sottolinea l'Istat, ''la maggior
parte delle risorse sono assorbite da trasferimenti monetari di
tipo pensionistico, mentre quote molto residuali e inferiori
alla media Ue vengono destinate alle funzioni dedicate – appunto
– al sostegno delle famiglie, alla disoccupazione e al contrasto
delle condizioni di poverta' ed esclusione sociale''. Piu' in
particolare, le uscite per protezione sociale sono assorbite per
il 51,3% dalla voce 'vecchiaia', mentre solo il 4,7% va alla
famiglia, ancora miniore e' la fetta dedicata ai disoccupati
(1,9%).