Italiani: 60% non legge neanche un libro. Più danni della crisi, dei terremoti…

di Riccardo Galli
Pubblicato il 28 Dicembre 2017 - 11:37 OLTRE 6 MESI FA
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Gli italiani non leggono libri. Il vero problema del nostro Paese (foto Ansa)

ROMA – Italiani: 60 per cento non legge neanche un libro l’anno. Dati Istat. Neanche un libro l’anno. E per libri si intende tutto, proprio tutto quello che è stampato. Nel conto i libri per bambini, per ragazzi, i libri rosa, i gialli, i testi facili, i libri leggeri e di svago…Eppure il 60%, sei italiani su dieci neanche un libro l’anno.

Ed è anche peggio di quel che appare da questa percentuale già di per sé mostruosa. Come rileva Repubblica per misurare cosa sia il nostro 40 per cento di popolazione che legge almeno un libro l’anno, in Norvegia sono il 90 per cento. Dice che i norvegesi leggono perché fa freddo e sono tristi e non hanno di meglio e di più da fare che starsene a leggere? Beh, dice male: gli spagnoli che leggono almeno un libro l’anno sono il 60 per cento della popolazione, il 50 per cento più di noi.

Ed è anche peggio di quel che appare: a far arrivare la percentuale dei lettori minimi alla misera quota 40 per cento in Italia sono soprattutto i ragazzi tra gli 11 e i 14 anni. Quindi presumibilmente lettori di testi non particolarmente impegnativi. Seguono le donne. Gli uomini adulti che in questo ineffabile paese leggono almeno un libro l’anno sono appena il 33 per cento. Due su tre uomini adulti non legge un cavolo di nulla mai.

Ed è anche peggio di quel che appare: al Sud la percentuale dei lettori minimi precipita dal 40 per cento al 27,5 per cento. Al Sud tre italiani su quattro non leggono neanche un libro l’anno, qualunque tipo di libro.

Ed è anche peggio, perfino nei particolari: l’unica cosa che aumenta è il numero dei libri scritti e pubblicati: un popolo che non legge ma sempre più vanesio nello scriversi addosso.

E’ la Tac, la risonanza magnetica, la radiografia, la foto, il ritratto, la mappa, il disegno e il dna di una democrazia ignorante. L’ignoranza è sistematica e ora anche socialmente stimata. L’ignoranza è praticata e ora anche esibita come status. L’ignoranza è ancella quotidiana della vita quotidiana. L’ignoranza è di casa praticamente in una moltitudine di case. E’ amica, compagna, sorella, badante. L’ignoranza è elemento strutturale della cittadinanza.

Così è, una cittadinanza ignorante si è costruita e si sta costruendo una democrazia ignorante. A misura e portata di una popolazione, e quindi anche di una volontà popolare, che al 60 per cento non legge neanche un libro l’anno, qualunque tipo di libri.

Così è e il danno è incalcolabile. Danno economico, danno di qualità della vita, danno in soldi e in salute e convivenza civile. Meno competenze, meno professionalità, meno abilità, meno produttività e ceti e caste e lobby e gruppi dirigenti meno competenti e più ignoranti. Ovunque, in politica, nell’anti politica, nella Pubblica Amministrazione, nel management privato, nella Sanità, nei Tribunali, negli uffici, nelle scuole e università, in azienda…

La democrazia ignorante fa danni più della crisi economica, più dei terremoti, è la tassa più alta e più tassa che c’è. Ma è l’unica che ci piace pagare, perché ignoriamo perfino di pagarla.