Lavoro cercasi. Fare carriera in due, che fatica: all’estero è ancora più difficile

Pubblicato il 27 Giugno 2011 - 17:56 OLTRE 6 MESI FA
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(Ap Photo)

NEW YORK – Finiti da un pezzo i tempi in cui lui trovava lavoro e lei lo seguiva con pentole e pargoli al seguito, adesso a volere fare carriera sono sia il marito che la moglie. Entrambi desiderano e hanno bisogno di lavorare, andando all’estero  poi è ancora più difficile trovare un’occupazione per due.

Stando all’ultima indagine del Brookfield Global Relocation, citata da Tanya Mohn sul New York Times, il 61% delle aziende ha deciso di trasferire i suoi dipendenti molto più nel 2011 che in altri anni.

Vent’anni fa le trasferte all’estero erano pagate profumatamente da enti e società e quindi impiegati, ingegneri, giornalisti ed esperti di comunicazione non avevano problemi a fare le valigie e viaggiare con tutta la famiglia.

Adesso le aziende pagano meno benefit e soprattutto le donne che vogliono restare a casa sono sempre meno. Il problema però è come riuscire a riqualificarsi anche fuori dalla propria terra, specialmente quando i titoli di studio non sono equivalenti anche nel Paese di approdo.

Per ora, secondo un’indagine pubblicata da Mercer, sono soltanto un migliaio le multinazionali che una volta trasferito un dipendente, si occupano anche di piazzare anche la rispettiva partner o viceversa, facendo più o meno un’attività di counseling.

Su 3300 spose emigranti di nuova generazione in 117 Paesi del mondo, circa l’80% di quelle che non lavorano in realtà vorrebbe trovare un’occupazione.