Ligresti, altre accuse: nascosero buco da 600 mln nella riserva sinistri

Pubblicato il 15 Maggio 2013 - 11:48 OLTRE 6 MESI FA
Ligresti, altre accuse: nascosero buco da 600 mln nella riserva sinistri

Famiglia Ligresti, altre accuse: nascosero buco da 600 mln nella riserva sinistri

TORINO – Ligresti, altre accuse: nascosero buco da 600 mln nella riserva sinistri. Notizie false sui bilanci comunicate al mercato per alterare il prezzo delle proprie azioni. Si allarga l’inchiesta della Procura di Torino sul Gruppo Fondiaria Sai. Dopo nove mesi di indagini, la guardia di finanza del capoluogo piemontese ha notificato, ieri 14 maggio, quattordici nuovi avvisi di garanzia.

Falso in bilancio, manipolazione del mercato e falso in prospetto le accuse mosse a vario titolo dai magistrati, Marco Gianoglio e Vittorio Nessi, che hanno passato al setaccio tutto il materiale sequestrato. Decine di faldoni e 12 terabyte di mail e documenti elettronici che, secondo l’accusa, inchiodano amministratori e membri della famiglia Ligresti, tra cui Salvatore, all’epoca dei fatti contestati azionisti di riferimento.

Tutti, eccetto Salvatore Ligresti, sono indagati per falso in bilancio per aver “truccato” la voce destinata alla cosiddetta riserva sinistri alterando tra il 2008 e il 2010 il bilancio di una cifra che è stata stimata intorno agli 800 milioni di euro. (Ottavia Giustetti, La Repubblica 15 maggio)

Gli avvisi di garanzia sono stati consegnati, in particolare, ai membri del Comitato esecutivo del Cda di Fondiaria Sai in carica nel marzo 2011. Indagati, ma per la sola manipolazione del mercato, anche i membri del Comitato esecutivo di Milano Assicurazioni e, in virtù della normativa in tema di responsabilità amministrativa degli enti, la stessa società e la capogruppo Fondiaria Sai.

Le nuove ipotesi di reato riguardano il bilancio consolidato di Gruppo del 2010, nel quale, anche a seguito di quanto accertato dall’ispezione Isvap, sarebbe stato nascosto al mercato un buco nelle riserve sinistri di almeno 600 milioni di euro. In questo modo, secondo l’accusa, gli investitori sarebbero stati privati di informazioni determinanti per una corretta valutazione dei titoli azionari.

Il bilancio 2010, sostengono i magistrati, e’ stato preso a base anche per la predisposizione del progetto informativo dell’aumento di capitale di Fonsai. Una operazione di circa 450 milioni di euro, avvenuta nel luglio 2011, che avrebbe finito con il fornire al mercato altre informazioni fuorvianti.

Solo un paio di giorni fa, la famiglia Ligresti aveva rotto la consegna del silenzio per accusare le banche (Mediobanca, Unicredit) di conflitto di interessi con riferimento alla contestata fusione con Unipol. “Come alcuni hanno scritto e come molti pensano, la realtà è che Fondiaria Sai doveva salvare Unipol e gli interessi delle banche” si è spinta a dichiarare all’Adn Kronos Giulia Ligresti.

Fino a mettere in dubbio la validità della fusione stessa che, secondo lei, rischia di saltare. Mediobanca e Unicredit erano “perfettamente a conoscenza delle criticità patrimoniali di Unipol” e questo ha portato, ha detto in un’intervista all’Adnkronos, “a uno sproporzionato e non giustificato aumento di capitale, funzionale a un’operazione di integrazione che con grande probabilità è destinata a naufragare”. Con la conseguenza “di aver volutamente quasi azzerato il valore della propria partecipazione per tutti gli azionisti”, ha aggiunto.