A Miagliano il dilemma della lana in eccesso. Un consorzio per smaltirla

Pubblicato il 28 Febbraio 2012 - 13:05 OLTRE 6 MESI FA

MIAGLIANO (BIELLA) – A Miagliano, in provincia di Biella, l’incremento della popolazione musulmana ha portato ad un aumento del consumo di carne di pecora e dunque in soli due anni ad una crescita dell’allevamento ovino pari ad un milione di capi. Ma se i pastori riescono facilmente a commercializzare il latte e la carne, la lana resta in eccesso. Un dilemma per i piccoli allevatori che non sanno cosa farsene.

A riportare il singolare problema è il quotidiano la Repubblica che in un lungo “reportage”, racconta la storia di un’enorme fabbrica. Nell’Ottocento era il cotonificio Poma, poi diventata lanificio alla metà del Novecento, “ridotta adesso a straordinario pezzo di archeologia industriale, dove, per guardare al futuro, è cominciato il ritorno al passato”. Nel nome delle pecore. Si chiama The Wool Company, la Compagnia della Lana, ed è un consorzio che intende aiutare gli allevatori a trasformare un problema in un’opportunità.

Il nome è anglosassone perché il suo presidente è un cittadino britannico, Nigel A. Thomson, 51 anni, che ha riunito quindici aziende che si spartiscono i compiti: c’è chi seleziona la lana; chi la pettina (o la carda); chi la fila; chi la tinge; chi fa la binatura. La fabbrica dove un tempo tessevano i telai ora è un laboratorio di idee: gli uomini della Compagnia della Lana hanno anche aperto un museo, organizzano corsi, come quello previsto per marzo con Deborah Gray, scozzese specialista della filatura a mano. E stanno lavorando anche ad un progetto per il sostegno alla ricerca sul tumore al seno: il nome è “Il gomitolo rosa”. Ecco dunque che l’eccesso di lana si fa anche beneficenza. Un pò come le arance dell’Airc che hanno portato soldi alla ricerca e smaltito i raccolti abbondanti dei coltivatori siciliani.