
In pensione a 63 anni: il quadro normativo - (blitzquotidiano.it)
In Italia, l’età pensionabile è fissata a 67 anni, ma esistono deroghe. Ecco come andare in pensione a soli 63 anni di età
In Italia, l’accesso alla pensione di vecchiaia è attualmente fissato a 67 anni, ma esistono eccezioni che consentono l’uscita anticipata dal mondo del lavoro. Tra le categorie che beneficiano di queste opportunità ve ne sono alcune dove normative specifiche permettono ai lavoratori di accedere a forme di prepensionamento attraverso un fondo speciale. Questo articolo esplorerà come è possibile accedere a queste agevolazioni, specialmente per coloro che hanno già compiuto 63 anni.
Negli ultimi anni, il sistema pensionistico ha subito significativi cambiamenti. Fino a poco tempo fa, era possibile andare in pensione a 60 anni con almeno 20 anni di contributi versati. Tuttavia, con l’entrata in vigore della circolare INPS n. 23/2025, l’età pensionabile è stata innalzata a 67 anni. Nonostante ciò, il nostro ordinamento offre alternative per chi desidera ritirarsi dal lavoro prima di raggiungere l’età pensionabile standard. In particolare, il fondo speciale istituito nel 2018, frutto di un accordo tra sindacati e associazioni datoriali, è una delle soluzioni più significative per i lavoratori del settore edile.
Andare in pensione a 63 anni
Il fondo speciale è finanziato attraverso un’aliquota contributiva a carico delle aziende e consente ai lavoratori che hanno superato i 63 anni di accedere a diverse opzioni di prepensionamento. Le statistiche indicano che in Italia ci sono oltre 80.000 lavoratori del settore edile con più di 63 anni, di cui circa 14.000 hanno superato i 65 anni. Con l’aumento dell’età, il rischio di infortuni aumenta, rendendo queste misure particolarmente rilevanti. Le opzioni disponibili includono l’integrazione al reddito, la contribuzione volontaria e l’integrazione della NASpI, l’indennità di disoccupazione per i lavoratori.

Per accedere a queste agevolazioni, i lavoratori devono presentare una domanda presso la Cassa Edile o l’Edilcassa a cui erano iscritti. È fondamentale allegare la documentazione necessaria, come l’Estratto Conto Certificativo INPS, per attivare le agevolazioni previste.
La procedura per accedere a queste misure è ben definita. Una volta compiuti i 63 anni, il lavoratore deve essere licenziato dall’azienda per poter beneficiare della NASpI. Nel 2025, l’importo della NASpI sarà pari al 75% della retribuzione media per i primi 1.436,61 euro, e al 25% per la parte restante, fino a un massimo di 1.562,82 euro. È importante notare che per i lavoratori con più di 55 anni, a partire dall’ottavo mese di percezione della NASpI, scatta una riduzione mensile del 3%. Tuttavia, grazie al fondo, questa riduzione non viene applicata, garantendo che l’indennità rimanga invariata durante i 24 mesi di erogazione.
Al termine del periodo di NASpI, i lavoratori hanno ancora due anni per raggiungere il diritto alla pensione di vecchiaia. In questa fase, il fondo interviene nuovamente, erogando un’indennità retributiva pari al massimale della Cassa integrazione guadagni ordinaria, attualmente circa 1.400 euro, e riconoscendo la contribuzione utile ai fini pensionistici.
Per accedere a questa misura, è indispensabile aver compiuto 63 anni e trovarsi a 4 anni dal pensionamento di vecchiaia, oltre a dover aver versato almeno 2.100 ore in Cassa edile nel biennio precedente l’interruzione del rapporto di lavoro.