Duello sulla cassa integrazione, slitta l’art. 18. Passera mediatore

Pubblicato il 24 Febbraio 2012 - 13:46 OLTRE 6 MESI FA

I ministri Passera e Fornero (foto LaPresse)

ROMA – Sulla riforma del lavoro, l’articolo 18, gli ammortizzatori sociali ora Bersani è più ottimista, dopo le velate minacce con cui metteva in guardia dalla tentazione del “liberi tutti”. Il leader Pd ha colto segnali di maggiore consapevolezza ad affrontare la crisi cercando un “progetto comune”. Cioè condiviso: il muro contro muro è pericoloso, meglio trovare a tutti i costi un’intesa con le parti sociali. Atteggiamento che nel Pd viene ricondotto in parte allo stesso Monti e soprattutto al ministro Fornero. Atteggiamento che invece non fa parte del modo di agire di Corrado Passera, ministro pesante dello Sviluppo Economico, più attento e “concertante”. Un retroscena pubblicato dal Rifomista conferma il maggior feeling con l’ex banchiere. Nonostante sia stato dato più volte come vicino al centrodestra, non sfugge l’impegno che profonde nel cercare l’intesa con i sindacati, a partire dalla Cgil.

“E’ l’unico con cui si può parlare serenamente” avrebbe confessato la Camusso. Che anche ieri si è scontrata con la Fornero a proposito dei sussidi per chi perde il lavoro. Il ministro, entro cinque anni, vorrebbe estendere la platea degli aventi diritto, a tutti i dipendenti del settore privato, ma finanziati interamente dai contributi sociali a carico di imprese e lavoratori senza che lo Stato ci metta un euro.  “Ministro, già ha fatto una riforma che manda i lavoratori in pensione 6-7 anni più tardi, adesso gli riduciamo anche i contributi e quindi la pensione?” l’ha sfidata Camusso. Fornero, visibilmente infastidita, ha replicato che le pensioni erano un capitolo chiuso.

Quello che si contesta a Fornero è una mancanza di presa d’atto del contesto. Per esempio, non sa che negli ultimi 4 anni lo Stato ha sborsato ben 30 miliardi tra cassa integrazione, mobilità, ammortizzatori in deroga, contributi vari. Il ministro Passera si muove in un altro modo e a sinistra glielo riconoscono, perfino alla Fiom: come politico è più consumato e non è un mistero che guardi al futuro anche a sinistra. Non è stato forse lo stesso Passera a risolvere la grana Fincantieri a Genova facendo riscorso agli ammortizzatori sociali, appunto?

Se il clima sembra un po’ più svelenito è anche perché, paradossalmente, la discussione sugli ammortizzatori sociali è a un punto fermo. Questo consentirà un approfondimento utile a far slittare il nodo articolo 18 a dopo la manifestazione del 9 marzo indetta dalla Fiom. Manifestazione che necessariamente metterebbe in imbarazzo il Partito Democratico, con i consueti vado o non vado, aderisco ma non vado ecc… di suoi vari esponenti (Fassina, Orfini, per esempio). E in molti si stanno adoperando per smantellare controproducenti barricate sull’articolo della discordia: anche Squinzi, dopo Bombassei, allinea la Confindustria alla consapevolezza che sì se ne può discutere ma “non è l’unico problema né quello più importante”. Decisamente altri toni da quelli usati da Marcegaglia. Barricate su cui nemmeno il Pdl è intenzionato a salire, altrimenti non si spiega l’uscita di Alfano che concede: “Se potessi manterrei l’articolo 18, avendo però la certezza che i giudici non impongano il reintegro di chi ruba “.