La Polonia: “Questa crisi ci porterà alla terza guerra mondiale”

Pubblicato il 22 Novembre 2011 - 17:30 OLTRE 6 MESI FA

Jacek Rostowski (Foto LaPresse)

VARSAVIA – “Questa crisi economica ci porterà alla terza guerra mondiale”. Il ministro delle Finanze polacco, Jacek Rostowski, forse esagera un po’ ma nelle sue parole si evince la preoccupazione del suo paese per una crisi economica che non si riesce proprio a fermare. Eppure la Polonia non è che ne abbia risentito più di tanto, con risultati decisamente al di sopra delle previsioni. Eppure il ministro polacco non è convinto, sostenendo che le decisioni della Bce potrebbero portare ad “una recessione peggiore di quella del 1929, con conseguenze apocalittiche”.

Allarmismo nonostante ottimi risultati. Tra i paesi dell’Unione Europea la Polonia infatti è stata colpita molto poco dalla crisi economica. Basti pensare che nel 2010 ha avuto la crescita del pil più alta di tutta l’Ue, vicina al 4%. Uno studio recente della Commissione Europea prevede che la Polonia avrà una crescita del prodotto interno lordo del 2,5% nel 2012 e del 2,8% nel 2013. Nel periodo 2008-2011 complessivamente il pil polacco è aumentato del 15,4%, mentre la media complessiva dell’Unione Europea nello stesso periodo è in negativo, dello -0,4%.

La Polonia è governata da Donald Tusk, che è stato rieletto per un secondo mandato meno di un mese fa. Tusk si è impegnato a mantenere il deficit pubblico annuale inferiore al limite stabilito dall’Ue, che è del 3% del pil, e che diminuirà il debito pubblico nazionale al 52%, dal 53,8% attuale. Il primo ministro ha anche detto che intende tagliare molte agevolazioni fiscali, alzare l’età pensionabile e aumentare le tasse su materiali grezzi come rame, argento e gas naturale.

Misure e sviluppo che però come spiega Rostowski potrebbero rivelarsi inutili se l’Europa “continuerà ad andare verso il collasso, allora se così dovesse essere, sarà guerra”. Un valido alleato per la Polonia e i suoi allarmismi di guerra potrebbe essere la Russia, già da tempo timorosa di un possibile e non troppo lontano conflitto nucleare.