Pomigliano, Schifani contro la Fiom: “Non deve opporsi all’accordo con la Fiat altrimenti ci sarà la fuga all’estero”

Pubblicato il 15 Giugno 2010 - 11:08 OLTRE 6 MESI FA

Renato Schifani

Il presidente del Senato Renato Schifani critica la scelta della Fiom di non firmare l’accordo con la Fiat per lo stabilimento di Pomigliano: “Pomigliano è un banco di prova per tutti. Non può e non deve prevalere la logica dei veti incrociati. Non è più il tempo del no o della fuga. Per salvare l’occupazione e la dignità del lavoro serve un sforzo comune ed un sano realismo. Pomigliano non deve chiudere”.

Schifani ha sottolineato che “a tutti è richiesto uno sforzo supplementare non solo di fiducia ma soprattutto di coraggio e generosità. Diventa indispensabile una forte e rinnovata alleanza tra imprenditori e lavoratori, tra imprese e famiglie, tra giovani e anziani”.

Il ministro del Lavoro Maurizio Sacconi si dice invece certo che ormai l’accordo sia ad un passo: “Sono e rimango ottimista, sono convinto che ci siano ormai le condizioni per realizzare l’investimento della Fiat a Pomigliano”. A questo proposito il ministro ha rinnovato un appello al segretario della Cgil, Guglielmo Epifani, “affinché non si comprometta, in alcun modo, la straordinaria opportunità per Pomigliano”.

Sacconi si augura quindi che la trattativa vada avanti: “Speriamo che al di là delle legittime riserve prevalga la valutazione d’insieme e cioé la convinzione che questa sia l’unica possibilità non solo per la sopravvivenza del sito di Pomigliano ma anche per il futuro Fiat e del Mezzogiorno”.

Per il governo, sostiene ancora Sacconi, “l’accordo può rappresentare un segnale, per chi investe, che nel Mezzogiorno le parti sociali sono capaci di creare condizioni di competitività e qualità del lavoro”. Quanto alle critiche della Fiom sull’illegittimità di alcune clausole poste dalla Fiat, Sacconi ha detto di non credere “alle vie causidiche per le soluzioni dei problemi del lavoro. Penso che l’accordo sia più che mai legittimo e le parti possano raggiungere un punto di incontro circa l’adattabilità reciproca delle esigenze”.