Portogallo, cresce il debito, sale lo spread: e l’Ue teme il peggio

ROMA – I costi del debito pubblico del Portogallo stanno portando il Paese sull’orlo del baratro: il rendimento dei titoli decennali portoghesi è salito oggi fino al 7,59 per cento, con lo spread (differenziale di rendimento), rispetto al corrispondente bund tedesco che si è riportato sui massimi dal 30 novembre scorso.

Torna così a salire la pressione sui bond lusitani, anche da parte dell’Unione europea. E mentre il governo di Lisbona ribadisce che il Paese non ha bisogno di un salvataggio europeo, la Bce è intervenuta sul mercato acquistando bond portoghesi.

La Bce – stando alle indiscrezioni riportate da Bloomberg – avrebbe nuovamente comprato i bond di Lisbona per allentare la tensione e il rendimento è così calato al 7,46%. In mattinata un portavoce del governo ha assicurato che il Portogallo non ha bisogno di ”aiuti esterni” escludendo categoricamente che Lisbona stia contrattando un salvataggio finanziario.

Anche il presidente Jean Claude Trichet ha affermato che il Portogallo deve ”rispettare tutti i propri impegni” sul fronte della riduzione del deficit e del debito pubblico. E’ tra l’altro un’esigenza – ha ammonito il numero uno dell’Eurotower – che vale ”per tutti i paesi della zona euro senza alcuna eccezione”. Nel corso di un’intervista alla radio francese Europe 1, Trichet ha quindi messo in evidenza come ”noi domandiamo a Lisbona di realizzare in modo rigoroso il programma che e’ stato definito e di rispettare tutti gli impegni presi. Allo stesso modo diciamo a tutti i paesi di fare altrettanto”.

I dati del Paese sono negativi anche sul fronte disoccupazione, che supera l’11% e tocca i massimi dal 1998. Nel quarto trimestre 2010, il tasso di disoccupazione è salito all’11,1% dal 10,9% del terzo trimestre e dal 10,1% dell’ultimo trimestre del 2009. Lo ha comunicato l’Istituto Nazionale di Statistica.

Il governatore della Banca centrale portoghese, Carlo Costa, ha dichiarato che il Paese è scivolato in recessione: in una intervista al quotidiano Diario Economico, Costa ha detto ”si puo’ dire che siamo in recessione”. Nel 2010 l’economia è cresciuta dell’1,4%, in base alla stima preliminare dell’Istituto di statistica nazionale, ma per effetto delle misure di austerity si prevede per il 2011 una contrazione del Pil tra l’1 e l’1,8%.

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