Poste, l’ad Matteo Del Fante: “E-commerce e digitale per spingere il gruppo dopo il lockdown”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 6 Giugno 2020 - 19:57 OLTRE 6 MESI FA
Del Fante, Ansa

Poste, l’ad Matteo Del Fante: “E-commerce e digitale per spingere il gruppo dopo la pandemia” (foto Ansa)

ROMA – Coronavirus, e-commerce e digitale.

Intervistato dal Sole 24 Ore, l’amministratore delegato di Poste Italiane Matteo Del Fante fa un bilancio alla fine del lockdown:

“In settori cruciali siamo in anticipo sugli obiettivi di quasi due anni –  spiega – sono stati raggiunti traguardi impensabili fino a pochi mesi fa”.

Oggi il gruppo, continua Del Fante, “smista giornalmente in Italia circa un milione di pacchi, lo stesso numero del picco di consegne del Natale scorso”.

Altrettanto forte è il trend di sviluppo del digitale, “dove nell’ultimo anno abbiamo speso 750 milioni tra investimenti, manutenzioni e aggiornamento delle piattaforme”.

Del Fante poi cita qualche numero:

“I volumi di traffico e delle transazioni nei mesi di pandemia sono stati in forte aumento: +5o per cento del traffico voce rispetto alle previsioni del piano industriale, + 5o per cento dell’utilizzo dei canali digitali, + 5o per cento il rilascio delle identità digitali SPID (servizi per i pagamenti digitali della Pubblica amministrazione, ndr), + 100 per cento del traffico dati, + 5o per cento dell’utilizzo di reti terzi su cui abbiamo deciso di puntare, in particolare quella della Federazione italiana tabaccai”.

Poste era pronta al cambiamento?

“Fortunatamente sì. Nel luglio scorso abbiamo inaugurato il centro di smistamento organizzato a Bologna, il più importante d’Europa, un 1 milione.

In queste settimane Poste Italiane sta consegnando lo stesso numero di pacchi del picco del Natale scorso grado di gestire 400 mila pacchi al giorno.

In più la consegna dei pacchi è stata affidata quasi per metà alla rete riconvertita dei portalettere.

Così abbiamo assorbito la diminuzione strutturale della posta e tratto vantaggio dall’incremento dell’e-commerce. Grazie a questo siamo stati nelle condizioni di reggere nel modo migliore l’onda d’urto generata dalla nuova domanda dei consumatori confinati in casa dalla pandemia”.

Resta il fatto che buona parte del lavoro lo fate per Amazon. Non rischia di essere una occasione persa?

“Amazon è parte importante delle nostre spedizioni di pacchi ma, nel complesso, è residuale, come conferma l’aumento ridotto dei ricavi che ci permette di ottenere e che risultano poco sopra l’anno scorso.

Molto meno, per esempio, della crescita di altri due segmenti: le spedizioni in arrivo dalla Cina e quelle di Zalando. Nel primo caso i volumi sono aumentati di quattro volte, mentre nel secondo sono cresciuti di due volte e mezzo”.

Chi è il cliente più importante?

“Nella logistica sono sicuramente lo Stato, le amministrazioni pubbliche locali e le grande imprese che si affidano a noi per le bollette.

E noi non abbiamo mancato, nei mesi difficili del Covid-19, di dare contributi significativi consegnando per conto della protezione civile mascherine, camici sanitari, tamponi, respiratori, guanti, liquidi per la sanificazione.

Durante l’isolamento abbiamo acquistato e spedito a destinazione nella rete degli uffici postali sul territorio u milioni di mascherine, 25 mila pannelli di plexigas, materiale per sanificazioni e pulizie straordinarie in 15 mila posti di lavoro.

Poi abbiamo anticipato e consegnato per ordine alfabetico le pensioni di marzo, aprile e maggio, che una parte non trascurabile dei destinatari preleva agli sportelli.

Ci ha aiutato l’accordo con l’Arma dei carabinieri che, su richiesta, ha provveduto alla consegna per gli anziani chiusi in casa. Ora stiamo distribuendo in 3.600 istituti superiori il materiale sanitario per la sicurezza degli esami di maturità”.

In quanti hanno utilizzato il servizio garantito dai carabinieri? “Circa 25 mila pensionati”.

Come vi è venuto in mente?

“L’idea è stata del condirettore generale di Poste, Giuseppe Lasco, per agevolare il ritiro delle pensioni da parte dei pensionati in difficoltà ed evitare assembramenti nei giorni di maggior afflusso negli uffici postali”.

Qual è la decisione chiave perla crescita nel digitale?

“Tutta la logistica gira da tempo su cloud che, per esempio, ci ha permesso di gestire milioni di domande per il reddito di cittadinanza”.

Cloud significa alleanza con Microsoft. Non correte il rischio di farvi sfilare l’enorme quantità di dati sulla clientela, che rappresentano per Poste Italiane un vero tesoro?

“È un pericolo che non stiamo correndo perché i dati restano saldamente in nostro controllo. E Microsoft non li può neppure vedere.

Oggi la tecnologia permette una criptazione evoluta assolutamente inattaccabile.

Il rischio di perdere il nostro tesoro non c’è. Microsoft è stata scelta dopo una gara che ha visto la finale con Amazon e credo sia un bene per il Paese che la stessa Microsoft stia investendo in Italia i miliardo e mezzo di dollari nell’orizzonte di circa tre anni.

Il primo centro di attività è previsto a Milano. Nell’innovazione tecnologica avete altre iniziative importanti? Oltre 150 milioni d’investimenti in start up tecnologicamente avanzate.

Li abbiamo concentrati su quattro aziende. Ne cito una, quella partita a maggior velocità. La chiamo Uber dell’autotrazione, creata a Milano verso fine dell’anno scorso con una cinquantina di occupati.

La crescita della Sennder, questo il nome dell’azienda, è stata rapidissima e ora coordina 600 tir attivi in tutta Italia utilizzando un algoritmo digitale per ottimizz are il carico dei camion.

In media permette di ottimizzare la merce trasportata aumentando il carico del 3o per cento, di monitorare percorso e tempi delle spedizioni, di rendere disponibili le informazioni ai clienti, di risparmiare il io per cento dei costi tradizionali.

Il risultato è più efficienza, più produttività, più sviluppo nella logistica. È anche grazie a iniziative come questa che Poste Italiane ha ottenuto negli ultimi due anni certificazioni e riconoscimenti internazionali nel campo della sostenibilità”.

Può ricordarli?

“Secondo l’americano Brand Finance siamo il primo operatore al mondo per forza del marchio. Fino a non molto tempo fa sarebbe stato impensabile.

Nell’ultima edizione di Reptrack (la classifica annuale delle aziende con migliore reputazione, stilata da Reputation institute, società che si occupa della misurazione e gestione della reputazione aziendale, ndr) Poste ha avuto una crescita significativa di oltre cinque punti per trasparenza e affidabilità in periodi di tensione sociale, segno tangibile del lavoro svolto durante l’emergenza Covid.

Più in generale siamo entrati negli indici più importanti al mondo: FTSE4Good, Dow Jones Sustainability, Vigeo Eiris, Bloomberg Gendere Equality.

E ora siamo in posizioni apicali ottenendo riconoscimenti per l’eccellenza nella governance, nell’ambiente, nella parità di genere, nei luoghi di lavoro.

Teniamo così tanto a questi argomenti da avere costituito un nuovo comitato a fianco del consiglio di amministrazione dedicato proprio ai temi della sostenibilità”.

(…)

Puntate anche su nuove forme di pagamenti elettronici?

“È uno dei terreni di crescita. Nei mesi scorsi abbiamo lanciato un sistema di pagamento tramite cellulare che da tempo è diffuso in Asia.

Il cliente inquadra sul telefonino il codice a barre del prodotto da acquistare e il prezzo gli viene automaticamente addebitato sul conto corrente bancario.

È uno strumento che prenderà piede perché semplice e riduce al minimo i contatti, circostanza molto gradita in tempi di coronavirus”.

La pandemia sta incidendo sui conti?

“I risultati risentono dei tre mesi pieni in cui il Paese ha dovuto fermarsi, con l’impossibilità di vendere prodotti a valore aggiunto.

La conseguenza è che, purtroppo, l’obiettivo previsto dal piano industriale di portare il margine operativo a i,8 miliardi si è allontanato”.

Quali settori ne hanno risentito di più?

“Sicuramente il risparmio e gli investimenti finanziari ma da qualche giorno siamo tornati alla normalità pre Covid, cioè ai livelli di metà febbraio, con circa 200 milioni di raccolta lorda giornaliera tra risparmio postale e polizze vita, a cui va aggiunta la vendita giornaliera di oltre io mila carte di pagamento e telefonia”.

“La spinta – spiega poi l’amministratore delegato di Poste – verrà dall’e-commerce e dal digitale, ma anche dalle assicurazioni, sia nel ramo vita dove siamo al primo posto sia nel ramo danni.

In più coglieremo le opportunità date dai provvedimenti governativi per superare l’emergenza sanitaria ed economica, che la rete degli uffici postali può supportare adeguatamente”.

Del Fante poi cita qualche esempio:

“Il super ecobonus prevede crediti d’imposta per famiglie e imprese. Noi siamo pronti ad essere soggetti acquirenti sia come Poste sia come Poste vita, perché abbiamo capacità fiscale adeguata per scontare i crediti che andremo a comprare.

È una grande opportunità per noi e per il Paese. Attendiamo il dettaglio normativo e intanto ci prepariamo”.

La convenzione triennale con la Cassa depositi e prestiti, da cui dipende una parte elevata di ricavi, scade a fine anno. Vede criticità nel rinnovo delle condizioni?

“Proprio no. Nel 2018 e nel 2019 abbiamo raggiunto e superato gli obiettivi, come pure nei primi due mesi dell’anno. Poi la pandemia ha provocato una battuta di arresto, ma adesso la corsa è ricominciata”. (Fonte: Il Sole 24 Ore).