Prezzi dei beni alimentari e delle bevande: nel 2023 +10% rispetto al 2022

di Redazione Blitz
Pubblicato il 16 Gennaio 2024 - 11:18
Prezzi dei beni alimentari e delle bevande: nel 2023 +10% rispetto al 2022

(foto d’archivio Ansa)

Di quanto sono aumentati i prezzi dei beni alimentari e delle bevande nel 2023 rispetto al 2022? Più o meno del 10%. Riuscirà il carrello tricolore nel 2024 ad attenuare gli aumenti? Fin qui i risultati scarseggiano.

Le stime di Coldiretti

Gli italiani hanno speso nel 2023 circa 9 miliardi in più per mangiare in un contesto di aumento dei costi che fa soffrire l’intera filiera, dai campi alle tavole.

Lo rileva un’analisi della Coldiretti su dati Istat relativi all’inflazione nel 2023 che evidenziano un aumento medio del 9,8% dei prezzi dei beni alimentari e delle bevande nel 2023 rispetto all’anno precedente anche se – segnala l’organizzazione agricola – il valore è praticamente dimezzato a dicembre (+5,9%) rispetto all’inizio del 2023 a gennaio (+12,6%).

Coldiretti rileva che per difendersi dagli aumenti dei prezzi 8 italiani su 10 (77%) hanno preso l’abitudine di fare una lista ponderata degli acquisti da effettuare per mettere sotto controllo le spese d’impulso ed evidenzia, secondo un’analisi Coldiretti/Censis, come siano cambiati anche i luoghi della spesa con il 72% degli italiani che si reca e fa acquisti nei discount, mentre l’83% punta su prodotti in offerta, in promozione.

Per difendersi gli italiani infatti – osserva inoltre Coldiretti – vanno a caccia dei prezzi più bassi anche facendo lo slalom nel punto vendita, cambiando negozio, supermercato o discount alla ricerca di promozioni per i diversi prodotti.

L’emergenza si estende – sottolinea l’organizzazione – alle imprese agricole colpite dal maltempo che ha decimato i raccolti e dai bassi prezzi pagati alla produzione. In questo contesto – conclude Coldiretti – è importante nel Pnrr l’aumento dei fondi per l’agroalimentare destinati agli accordi nella filiera per salvare la spesa delle famiglie italiane e sostenere l’approvvigionamento alimentare del Paese. Un’occasione unica – viene sostenuto – che non va sprecata per crescere e garantire una più equa distribuzione del valore lungo la filiera, dal produttore al consumatore