Prezzo grano cala del 30%, ma il prezzo della pasta cresce del 18%: ecco perché

Il problema è legato al momento della produzione. Il grano è stato acquistato sei mesi fa. Allora i prezzi erano molto più alti.

di Lorenzo Briotti
Pubblicato il 19 Aprile 2023 - 11:13 OLTRE 6 MESI FA
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Foto Ansa

L’Osservatorio del Ministero del Made in Italy ha diffuso i dati sui prezzi della pasta. In queste ore, i prezzi variano dai 2,3 euro al chilo di Milano ai 2,2 euro di Roma. A Napoli stanno a 1,85 euro, a Palermo a 1,49 al chilo. I prezzi variano anche di tanto, malgrado le quotazioni del grano siano pressoché uniformi in tutta Italia attestandosi a 38 centesimi di euro al chilo. La pasta sta subendo un’impennata di circa il 18%. 

Prezzo grano cala del 30%, la pasta cresce del 18%: colpa dei costi energetici di sei mesi fa

Escludendo le speculazioni, i prezzi attuali sono frutto della situazione economica di sei mesi fa. I prezzi attuali riflettono i costi dell’energia di sei mesi fa, momento in cui la materia prima è stata acquistata. Questo comporterebbe quindi un calo che avverrà tra sei mesi, quando i prodotti assorbiranno il trend attuale dei prezzi. E non vale solo per il grano: in crescita attualmente è anche il prezzo degli oli vegetali.  A scriverlo è Il Giornale. 

Coldiretti: “Nel grano troppa dipendenza dall’estero”

Il calo del prezzo del grano va controtendenza rispetto all’aumento generale dei prezzi al consumo. Le quotazioni del grano duro pagate agli agricoltori, nell’ultimo anno sono infatti crollate del 30%. Secondo Coldiretti, “le quotazioni del grano non coprono i costi sostenuti dalle imprese agricole mettendo a rischio la sovranità alimentare del Paese”. 

Secondo Coldiretti “occorre ridurre la dipendenza dall’estero e lavorare da subito per accordi di filiera tra imprese agricole ed industriali con precisi obiettivi qualitativi e quantitativi e prezzi equi che non scendano mai sotto i costi di produzione come prevede la nuova legge di contrasto alle pratiche sleali”.

Bisogna riattivare da subito la Commissione Unica Nazionale per il grano duro, spiega ancora Coldiretti, la cui attività in via sperimentale si è sospesa nell’ottobre del 2022. La commissione è in grado di fornire “trasparenza al mercato” dando “la possibilità di poter mettere attorno ad un tavolo tutti gli attori della filiera eliminando le distorsioni e i frazionamenti delle borse merci locali”.