Italia in salute promossa da Fitch, gioia comune ma le Regionali impongono il niet (foto Ansa-Blitzquotidiano)
Fitch promuove l’Italia, consegnandole il suo primo upgrade dell’agenzia dal 2021. Parlando di “maggiore fiducia” nella traiettoria di bilancio, l’agenzia di rating ha alzato il suo giudizio di un gradino a ‘BBB+’ da ‘BBB’. L’outlook è stabile.
“Sotto il 3% quest’anno opportunità concreta e storica”
“Non c’è nessuna fantasia: l’opportunità di uscire dalla procedura per deficit eccessivo è reale ed è interesse del Paese coglierla”, ha dichiarato il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti a margine dell’Ecofin informale, rispondendo a chi chiedeva se già nel 2025 l’Italia possa chiudere con un deficit sotto il 3% del Pil.

“È possibile – ha aggiunto – siamo a settembre, mancano ancora tre mesi e vedremo i dati Istat sul terzo trimestre. Certo, le turbolenze globali non ci hanno aiutato su export e crescita, ma l’opportunità di scendere sotto il 3% quest’anno è concreta ed è storica”.
“Maggiore fiducia nella traiettoria di bilancio”
La revisione al rialzo del rating riflette una “maggiore fiducia nella traiettoria di bilancio” dell’Italia “sostenuta da una crescente prudenza fiscale e da un forte impegno a raggiungere gli obiettivi previsti a breve e medio termine del nuovo quadro di bilancio dell’Ue”, ha spiegato Fitch.
Mettendo in evidenza come “un contesto politico stabile, il continuo slancio riformatore e la riduzione degli squilibri esterni migliorano ulteriormente gli indicatori di credito dell’Italia”.
Pur notando un debito più elevato e una crescita più lenta rispetto ai paesi inclusi nella categoria BBB, l’agenzia prevede “una riduzione dei rischi in termini di finanziamento e sostenibilità”.
Pil, crescita attesa dello 0,6% quest’anno
Il pil è atteso crescere quest’anno dello 0,6%, per poi accelerare in media al +0,8% nel periodo 2026-2027 con la domanda interna a fare la parte del leone.
Fitch prevde che il deficit cali al 3,1% nel 2025 “a dimostrazione della solida performance del gettito fiscale. E’ probabile che il governo continui ad attuare modeste misure di sgravio fiscale, ma è improbabile che comprometta gli obiettivi fiscali”.
L’agenzia quindi nota che la spesa per la difesa è sulla “buona strada per raggiungere il 2% del pil nel 2025. Prevediamo solo una spesa aggiuntiva limitata per la difesa nel 2026-2027”. Il debito invece è atteso salire al 137,6% nel 2026, riflettendo aggiustamenti legati al superbonus.
