Rcs MediaGroup verso l’accordo sull’aumento di capitale: banche garanti

Pubblicato il 7 Aprile 2013 - 09:54 OLTRE 6 MESI FA

MILANO  –  Si va verso una schiarita su Rcs MediaGroup. Secondo quanto si apprende da fonti finanziarie nel pomeriggio di lunedì 8 aprile il patto dei grandi soci potrebbe decidere di impegnarsi a sottoscrivere la parte spettante, il 58%, dell’aumento di capitale da 400 milioni di euro atteso entro luglio. Nel corso di una riunione allargata che si è svolta venerdì 5 aprile con le banche si sarebbe poi raggiunta un’intesa di massima per avere una garanzia delle banche sulla parte restante dell’operazione.

Una svolta sarebbe arrivata anche nella trattativa con i principali istituti creditori per quel che riguarda la rinegoziazione del debito, dove fino ad ora erano emerse difficoltà legate principalmente a un certo irrigidimento di Unicredit. Il negoziato con le banche secondo quando aveva già dichiarato dalla società verte su linee di credito per 575 milioni di euro.

Aumento e debito, assieme all’approvazione del bilancio 2012, andranno al vaglio di un Cda della società che si dovrebbe riunire domenica 14 aprile. All’interno del patto di sindacato, da quanto si è  appreso, sarebbe stata già raggiunta un’intesa di massima per far fronte all’operazione, innanzitutto grazie al grande lavoro di mediazione del presidente di sorveglianza di Intesa Sanpaolo Giovanni Bazoli, d’intesa con gli altri grandi soci dell’accordo sindacato.

Non sarebbe in realtà già prevista una sottoscrizione dell’operazione pro quota da parte di tutti e dodici i pattisti, ma un impegno più importante verrebbe eventualmente svolto dai soci bancari, in attesa anche delle possibili riflessioni su un nuovo status quo nell’assetto del gruppo da avviare da qui fino a luglio, quando verrà materialmente eseguita la ricapitalizzazione.

All’esterno del patto sarebbero già orientati a non sottoscrivere l’operazione i Benetton, soci con il 5,1% del capitale tramite Edizione. Mentre il primo azionista Giuseppe Rotelli (al 16,5% dei diritti di voto) non avrebbe ancora preso posizione sull’operazione. Diego Della Valle (8,69%) aveva invece dato segnali di voler sottoscrivere l’aumento solo a fronte di uno scioglimento del patto, ma si tratterà ora di vedere invece come reagirà ai nuovi segnali in arrivo dal patto.