Salario minimo a 8,50 euro l’ora. Ma in Germania e dal 2015

Salario minimo a 8,50 euro l'ora. Ma in Germania e dal 2015
Mindelstohn è la parola tedesca per indicare il salario minimo

BERLINO – Salario minimo a 8,50 euro l’ora. Accade in Germania, dove il Bundestag , il parlamento tedesco, ha approvato con 535 voti favorevoli un provvedimento voluto dall’Spd che segna una svolta nella politica economica del Paese.

Ben 3,7 milioni di persone godranno del beneficio di una busta paga con un minimo garantito. Secondo indiscrezioni rilanciate dalla Bild, la manovra costerà quasi dieci miliardi di euro ai datori di lavoro.

Una battaglia lunga 10 anni che ha visto imprese e lobby sindacali fronteggiarsi in accesi dibattiti e scontri. E inevitabilmente ha creato tensioni all’interno della Grosse Koalition. Una svolta epocale che si deve ai socialdemocratici, che hanno imposto il tema nell’agenda del terzo cancellierato di Angela Merkel. Anche se il governo è riuscito correggere il tiro, introducendo alcune eccezioni. Il salario minimo, che già non veniva applicato ai disoccupati di lunga durata, a chi ha meno di 18 anni e agli apprendisti, non sarà appannaggio neppure dei lavoratori stagionali, per chi distribuisce giornali, per chi fa un tirocinio obbligatorio (quelli che lo fanno volontariamente dovranno aspettare tre mesi prima di accedervi).

Si tratta di un esperimento senza precedenti, per dirla con le parole dell’economista Klaus F. Zimmermann. Ma i sindacati sono già pronti a dare nuova battaglia: l’associazione più potente, la Dgb, parla di “errori gravi” mentre il sindacato dei lavoratori dei servizi Ver.Di punta il dito contro le “scappatoie” dell’ultimo minuto.

Per Zimmermann i dubbi riguardano soprattutto la cifra: 8,50 euro sono tanti, “una cifra decisa a tavolino senza criteri scientifici: inventata, si può dire”. Inoltre, secondo l’economista, la misura potrebbe portare a una diminuzione dei posti di lavoro: “Nelle stime più pessimistiche anche un milione, nei prossimi anni”.

Senza contare poi i rischi per l’immigrazione: si teme un’impennata dai paesi dell’Est, in particolare dalla Bulgaria e dalla Romania “dove il salario minimo è di un euro all’ora”. Ma intanto la strada verso l’equità sociale in Germania è spianata.

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